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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Cos'è il "Barababao" e qual è la sua storia

C'è chi lo chiama Babao, chi Barababao, questo curiosissimo termine è tipico veneziano e ha alle spalle una lunga storia

Chi non ha mai sentito parlare del "Barababao" a Venezia? C'è chi lo chiama "Barababao", chi semplicemente "Babao", fatto sta che questo è un termine comune del veneziano ma la sua storia è antichissima e risale a un lontano passato. Iniziamo con il dire che, Barababao è un piccolo demonio spaventoso che amava farsi beffa delle persone, specialmente delle donne ma anche una "voce scherzosa usata per incutere timore ai bambini" come afferma il dizionario della Lingua Veneta di Giuseppe Piccio. Babai, poi, erano chiamati anche gli inquisitori di stato proprio per la paura che incutevano alle persone. Ma qual è la storia di questo demonio? Scopriamola insieme.

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Iniziamo con l'etimologia di questo curiosissimo termine, purtroppo ancora incerta. C'è chi dice derivi dall'arabo "Baban" usato in riferimento alla paura degli europei per l'invasione dei Saraceni, chi pensa sia un'onomatopea dal verso del cane, in questo caso, raddoppiato. 

A Venezia, il barababao, era una figura molto interessante, una specie di demonietto che era solito rubare oggetti in casa alle donne, come ad esempio, pentole, chiavi, aghi o altri utensili di uso comune e, la leggenda voleva che, nei mesi invernali, il barababao si rimpicciolisse fino a nascondersi nei seni delle signore veneziane per restare al caldo. Questo esserino malefico, inoltre, amava intrufolarsi anche nelle camere da letto dei novelli sposi come fosse un antico voyeur.

Ma, più di ogni altra cosa, il barababao nasceva per fare paura ai fanciulli e ancora oggi, per "spaventare i bambini" e tenerli tranquilli, si usa invocare il cosiddetto "barababao".

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