È partita la raccolta fondi per il restauro della Freccia Azzurra, l’ultimo burcio
Il 27 febbraio 2023 è partita ufficialmente su “Idea Ginger”, a cura dell’Associazione culturale veneziana BATIPAI, la campagna di raccolta fondi per il restauro dell’ultimo burcio, la tipica barca che per centinaia di anni ha solcato le vie d’acqua che dall’entroterra confluivano su Venezia.
Ecco come viene presentata l’iniziativa dai giovani veneziani: «Stupore. Echi di memoria. Appartenenza al nostro territorio. Resistenza. Futuro. Questo è quello che abbiamo provato quando nel 2017 abbiamo visto per la prima volta la Freccia Azzurra, un grande burcio in legno del ’57 lungo più di 21 metri, l’ultimo ancora navigante. La Freccia Azzurra era stata messa in disarmo per essere demolita. Come tutti gli altri burci, antiche imbarcazioni fluviali da lavoro e trasporto che per secoli hanno navigato lungo le tante vie d’acqua che collegano Venezia e la laguna all’entroterra, anche l’ultimo stava per scomparire per sempre. Quel giorno, per noi, è iniziata un’avventura entusiasmante. Abbiamo infatti deciso di salvare la Freccia Azzurra… ».
Un impegno passato attraverso varie traversie ad iniziare da una bomba d’acqua che all'inizio di settembre del 2018 affondò l’imbarcazione, causando danni pesantissimi allo scafo, passando per gli ostacoli dell’emergenza Covid e l’aumento dei costi dei materiali. Ma ora tutto è pronto per l’ultimo balzo: il restauro degli interni e del ponte di coperta in modo da poter, già all’inizio dell’estate 2023, rendere disponibile al pubblico il vecchio burcio riproposto come «laboratorio culturale galleggiante e itinerante, a bordo del quale organizzare eventi, incontri, spettacoli e attività culturali, e con cui navigare alla (ri)scoperta delle antiche vie d’acqua che collegano Venezia ai territori circostanti».
Il tipo di raccolta fondi è “O tutto o niente”, nel senso che se entro due mesi (cioè entro il 23 aprile 2023) non vengono raccolti i 15 mila euro richiesti, la campagna verrà sospesa e i soldi raccolti saranno restituiti ai donatori. Sarebbe i colmo che in una città d’acqua come Venezia finisse come “in canpagna” a Treviso, dove negli anni Settanta furono lasciati in balia del fiume Sile nei pressi di Casier un gran numero di burci, accontentandosi della valorizzazione turistica della località col funereo nome di “Cimitero dei burci”.
Per ulteriori notizie: « ideaginger - progetti - freccia azzurra »; sito e pagina FB dell’Associazione BATIPAI; YouTube: «Freccia Azzurra laboratorio culturale».