Le grate del quartiere Piave
Riceviamo e pubblichiamo il messaggio inviato da un residente Mestrino:
«Sono un'abitante del quartiere Piave da più di vent'anni. Da qualche tempo a questa parte leggo con piacere di quanto stanno facendo le forze dell'ordine nella mia zona per garantire maggior sicurezza e sono molto grata alle persone che si stanno occupando di questo.
Vorrei però attirare l'attenzione delle istituzioni e anche dei cittadini su un aspetto del degrado che viene poco considerato: quello delle numerose case chiuse che sono anche ben visibili per via delle grate di metallo avvitate davanti alle finestre. Molte di queste case sono di proprietà dell'Ater, lo so perché anni fa l'istituto ha tentato una vendita apponendo dei cartelli di avviso di asta sulla porta delle abitazioni. C'è anche stato uno scandalo perché il giorno in cui doveva avvenire l'open house, il funzionario non si è presentato, non permettendo così la visita ai possibili acquirenti. So anche che le condizioni di vendita erano onerose, non tanto per il prezzo, quanto per le condizioni.
Queste case, quindi, sono rimaste invendute, hanno le finestre sbarrate e sono sicuramente un costo per il comune quanto meno per le spese condominiali, se sono in edifici, o per la cura del verde, se si tratta di villette. Io sono convinta che le case popolari siano un bene prezioso e che siano socialmente molto importanti, ma proprio per questo mi domando a cosa serva al comune tenere delle case che non possono essere utilizzate così come sono e evidentemente non possono essere restaurate, immagino per mancanza di fondi, perché sono vuote da almeno 10 anni.
Secondo me, questo quartiere avrebbe bisogno di essere ripopolato da famiglie giovani, con bambini, che abbiano l'energia, l'interesse e la voglia di renderlo migliore, più sicuro e vivo. Tra l'altro è un quartiere che dispone già di scuole e anche di un parco pubblico storico. Allora mi chiedo perché non facilitare questo cambiamento vendendo queste proprietà a condizioni accettabili? Magari a prezzo di mercato, magari dando la possibilità agli acquirenti di fare un mutuo, magari riunendo in un'unica unità lotti precedentemente sezionati che risultano poco attraenti. Di sicuro, così come sono, danno la sensazione di un posto da dove la gente vuole solo scappare».