«Sala del Commiato a Venezia, una brutta sorpresa»
«Recentemente abbiamo partecipato, nella struttura prenotata per tempo della sala per il commiato del cimitero di Venezia nell’isola di San Michele, al saluto laico di un amico defunto. Purtroppo i numerosi partecipanti hanno subito notato una notevole trascuratezza del luogo adibito agli ultimi saluti. Sedie diverse e insufficienti, panchine di legno con ancora incollati i divieti per il covid sporchi e logori, il leggio vecchio e arrugginito, il microfono con un cavo talmente corto che chi ha voluto parlare ha dovuto collocarsi al lato estremo della sala, nessun impianto, anche minimo, per riprodurre musica o foto, i due tavoli, inadeguati, recuperati chissà dove, uno di formica. Infine nel lato posteriore della sala regnavano sporco, ragnatele e polvere, disordine e degrado.
Il saluto al nostro amico defunto è stato comunque compiuto grazie all’affetto e alle parole dei tanti convenuti, molti dei quali stranieri che si sono stupiti, quanto noi italiani, e veneziani, del cattivo stato della sala commiato del cimitero del centro storico. La sala commiato, come da regolamento comunale di polizia mortuaria che responsabilizza il Sindaco, e come da brochure sui servizi Veritas come gestore del servizio, deve essere dignitosa, per equità nei riguardi di tutti i cittadini e, per renderla tale non servono secondo noi grandi interventi, né grande utilizzo di denaro pubblico: sono sufficienti dei lavori di pulizia della sala e del retro sala oltre che del loro riordino, l’adeguamento dei posti a sedere e dei tavoli, la fornitura tecnica di semplici ausili (un nuovo leggio, un cavo più lungo per il microfono, un semplice impianto stereo e uno schermo per le foto). Chiediamo pertanto con forza che l’Amministrazione comunale, attraverso il gestore dei servizi mortuari Veritas, si faccia carico urgentemente del ripristino del decoro della sala del commiato del cimitero di Venezia.
Inoltre, facciamo presente la mancanza di una sala per il commiato a Mestre centro per le persone non credenti o di religioni non cattoliche. Per questo problema, non da poco per i residenti a Mestre, basterebbe poter utilizzare le sale comunali polifunzionali esistenti, ad esempio il Palaplip, derogando alla norma dell’esclusività dell’uso della sala per i commiati (legge regionale 982), norma peraltro non applicata in caso di decesso di “personalità”. Si rammenta che da sempre, nelle numerose chiese sul territorio, oltre ai funerali, si può fare di tutto, anche matrimoni, battesimi, messe, ecc. ecc., ma questa possibilità vale, oggi, solo per i credenti».
Il Circolo UAAR di Venezia