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La storia dell'affresco dei dadi su un sotoportego veneziano

Perché in un sotoportego di Venezia è raffigurato il gioco dei dadi insieme a una lanterna

Tra Calle dei Fabbri e Rio Terà delle Colonne c'è un sotoportego, cioè un passaggio coperto, dove è possibile vedere un affresco raffigurante il gioco dei dadi e una lanterna. Si tratta di una decorazione molto particolare della città che spesso passa inosservata ma che racconta una sua storia. Anche se nell'affresco è segnata la data del 1691, si ritiene si tratti di un'opera più moderna fatta per dare importanza a uno dei giochi più in voga nella Venezia del passato, quello dei dadi.

Perché in una calle veneziana c'è una sveglia appesa al muro

Il primo posto dove era permesso giocare a dadi a Venezia era tra le due colonne di Marco e Todaro in Piazzetta San Marco. Queste colonne, che venivano dall'Oriente, restarono per molto tempo stese a terra prima che si trovasse il modo per drizzarle e posizionarle come le vediamo oggi. A riuscirci, nel 117, fu l'ingegnere bergamasco Nicola Starantonio Barattiero che aveva anche edificato il primo ponte di Rialto e che, con un sistema di corde, innalzò le colonne posizionandole come dovevano stare, cioè in piedi. L'ingegnere, infatti, bloccò un'esremità della colonne e, sull'altra, legò delle corde fissate al pavimento. Bagnando le corde queste riuscivano ad accorciarsi e allargarsi di diametro e così la testa della colonna si sollevò di un po' permettendo di drizzare, mano a mano e sostituendo le corde bagnate con delle asciutte, le colonne fino a sollevarle del tutto. 

Una volta finita l'orperazione, come ricompensa, a Nicola Barattiero fu concesso di giocare a dadi proprio in questo luogo, anche se fino ad allora il gioco dei dadi era stato vietato, e di organizzare perfino una bisca tra amici. 

Perché il pavimento di Piazza San Marco è pieno di riquadri bianchi?

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