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Ad affermarlo Legambiente nel dossier "i pirati dei Raee". A Venezia sequestrate due discariche abusive di Raee

Nella città lagunare sono state sequestrate due discariche abusive di Raee, una in località Marghera e l’altra in località Sant’Erasmo per un totale di 300mq sequestrati. Ad affermarlo Legambiente nel dossier “i pirati dei Raee” realizzato in collaborazione con il Centro Coordinamento Raee e presentato lo scorso 18 marzo a Milano. In totale nel Veneto sono state sequestrate 4 discariche abusive di Raee di cui una a Verona, una a Vicenza e, come già detto, due a Venezia. Facendo un paragone con le altre regioni, il Veneto è quella più virtuosa. Ma qual è la situazione nel resto della Penisola? Non buona, in verità.
 

Nel 2012 i Raee prodotti in Italia ammontano a 800 mila tonnellate. Di queste, circa il 70% viene catturato dal mercato illegale, un mercato fatto di discariche abusive e traffici illeciti anche internazionali. Con tutto ciò che comporta per la salute dell’uomo ma anche per l’ambiente che ci circonda. Questi rifiuti, se non smaltiti correttamente, infatti, possono sprigionare sostanze altamente dannose: basti pensare, si legge nel Rapporto, ai gas CFC che si sprigionano in atmosfera quando il frigorifero viene smantellato in maniera scorretta. Oppure ai metalli pesanti, come il mercurio, il cadmio, il piombo, che penetrano nel terreno e nella falda acquifera e arrivano a contaminare la catena alimentare.
 

Tra il 2009 e il 2013, si legge nel rapporto, le forze dell’ordine hanno sequestrato ben 299 discariche abusive di Raee concentrate soprattutto in Puglia (13,4% del totale), in Campania (12,7%), Calabria e Toscana (11%).

Per la quantità e qualità dei metalli pregiati presenti nei loro componenti, si legge nel Rapporto, i Raee sono stati definiti “miniere urbane”. Parliamo di materie che hanno quotazioni di mercato molto alte e soggette a forti variazioni: come il rame, che oscilla tra i 5mila e i 6mila euro a tonnellata, l’alluminio che viaggia intorno ai 2mila euro, e il ferro che si attesta sui 300 euro a tonnellata. Numeri questi che ingolosiscono le organizzazioni criminali che vedono in questo un buon business. Ma non solo: altra questione di primaria importanza è quella dei traffici internazionali dei Raee dove i porti, compresi quelli italiani, rappresentano gli snodi più importanti. Nel 2012 il porto di Venezia, insieme a Bari e Civitavecchia, è stato coinvolto con ben 12 inchieste per traffici illegali. Al primo posto il porto di Ancona con 17 inchieste.
 

Occorre quindi incrementare i controlli e soprattutto le attività di contrasto alla criminalità, come afferma Laura Biffi di Legambiente: “i racket dei Raee si combatte favorendo il mercato legale. Ciò significa che, accanto a un migliore sistema di controlli e sanzioni esteso a tutta la filiera, dal venditore di elettrodomestici al trasportatore al riciclatore, è necessario mettere a punto una campagna di informazione efficace rivolta ai cittadini, ma anche agli addetti alle vendite, nonché alle stesse forze dell’ordine e gli enti preposti alla vigilanza. Solo così il ciclo virtuoso dei Raee sarà in grado di togliere profitti al mercato nero e di produrre nuova economia e nuova occupazione nel rispetto delle leggi e dell’ambiente”.

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