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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Wwf, Riutilizziamo l’Italia: il caso di Porto Marghera

Wwf stila un dossier dal titolo "Riutilizziamo l'Italia 2013" dove indica tutte quelle aree che si possono riqualificare: uno degli esempi maggiori è quello di Porto Marghera

Uno dei problemi che affliggono il nostro Paese è quello dello sfruttamento senza regole del territorio e delle risorse che non ha posto limiti alle trasformazioni del suo spazio fisico. L’uso incondizionato della risorsa suolo per insediamenti produttivi, infrastrutturali ma anche residenziali ha degradato l’ambiente. E’ tempo quindi di riqualificare. Wwf stila un dossier dal titolo “Riutilizziamo l’Italia 2013” dove indica tutte quelle aree che si possono riqualificare: uno degli esempi maggiori è quello di Porto Marghera anche se tutto il Veneto è pieno di capannoni e strutture simbolo di quei processi di globalizzazione tipiche degli anni passati che un tempo produttivi ora vivono quasi in uno stato di semi abbandono e hanno bisogno di essere riconvertite o in qualche modo riqualificati. Porto Marghera rappresenta uno dei siti industriali più estesi ed importanti del territorio nazionale. La sua superficie complessiva è pari a circa 2000 ettari ed è occupata da insediamenti industriali (prima e seconda zona industriale), canali e specchi d’acqua, insediamenti del porto commerciale, strade, ferrovie e fasce demaniali.


 

Come spiega il Wwf Porto Marghera potrebbe diventare addirittura un caso virtuoso dal punto di vista delle aree dismesse e della loro riutilizzazione. È di gennaio, infatti, l’approvazione da parte dell’ex ministro dell’ambiente Clini di una riperimetrazione delle aree da bonificare che ne ridurrebbero significativamente l’estensione, accompagnata da una drastica semplificazione delle norme e delle procedure di bonifica nonché da una drastica riduzione delle garanzie finanziarie richieste ai proprietari dei terreni. Il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Venezia, oggi in attesa di approvazione, indica per le aree di Porto Marghera il mantenimento della funzione industriale, con l’eccezione di una stretta fascia confinante con l’abitato di Marghera destinata ad assumere una valenza pienamente urbana, come del resto già sta avvenendo.


 

Spiega inoltre il dossier che anche le industrie li localizzate si stanno lentamente modificando sia dal punto di vista delle tipologie produttive, più diversificate, che dal loro ambito di mercato, più orientato alla dimensione regionale e locale. Quello di Porto Marghera rappresenta il primo caso nazionale di azione concertata fra Enti e Imprese per la riconversione e il rilancio di un’area produttiva strategica per l’economia

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