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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Bebe Vio compie 20 anni, campionessa fin dalla nascita: "E ora vado a vivere da sola"

La campionessa paralimpica di scherma festeggerà l'addio al mondo dei "teen" sabato. Dopo la malattia, una lunga serie di successi. Ma anche quando era piccola era un fenomeno

"Vado a vivere da sola". Bebe Vio sabato compie 20 anni e fa una scelta di crescita: "a questo punto non sono più una teenager, - spiega all'Ansa - devo cominciare a vivere le cose da grande''. La campionessa paralimpica, icona di personalità e determinazione, ha scelto Milano come città d'elezione. Piena di impegni, non solo sportivi visto che c'è da mettere su casa, trova però il tempo di raccontare  i suoi 20 ''intensissimi'' anni.

"Bebe - spiega papà Ruggero - è sempre stata una bambina vivacissima. Si è fatta notare sin dal primo giorno che è nata, piangeva sempre, non dormiva mai''. Determinazione e forza di volontà sono elementi imprescindibili del suo essere, come quando a due anni pretese di portare giù dalle scale di casa una valigia che era più grande di lei: ''io posso fare tutto quello che voglio'', quella frase è diventata una sorta di motto, il motore della sua vita. A quattro anni Bebe inizia a fare sport, come tante bambine della sua età mamma Teresa e papà Ruggero la iscrivono ad un corso di ginnastica artistica, alla prima gara sociale, dopo essersi fatta spiegare cosa fosse una gara, la piccola Bebe dimostra una innata predisposizione all'agonismo e vince. Ha solo quattro anni. E quando, qualche mese dopo deve prepararsi al saggio finale, Bebe decide di non farlo, ''se non si vince, non voglio farlo'', e non lo fa. A cinque anni il colpo di fulmine con la scherma: Bebe è iscritta ad un corso di pallavolo, ma si annoia, nella palestra accanto tirano di scherma: ''è stato amore a prima vista, una vera e propria folgorazione'', ha spiegato la giovane.

A 11 anni la malattia, una meningite devastante. Perde braccia e gambe. ''La vita è ricominciata al centro protesi'', racconta. Uscita dall'ospedale Bebe è stata due mesi a casa, ''è stato un momento molto difficile, faticoso, doloroso'', poi al centro protesi la ripartenza. ''Era il mese di giugno, ci dissero che ci volevano sei mesi'', ma Bebe fu categorica: ''ad agosto devo andare all'isola d'Elba al mare''. Nessuno credeva che Bebe sarebbe riuscita nella sua sfida ''e invece dopo 9 settimane eravamo all'Elba''. Una sfida vinta con determinazione dandosi obiettivi a breve, medio e lungo termine. Camminare bene non le basta, vuole fare tutto come gli altri, meglio degli altri ''solo così - dice - la vita ti gratifica. Bisogna provarci sempre, come è capitato con il selfie con Obama''.

A gennaio 2010 risale il primo prototipo di protesi per la scherma, da allora sono quattro i modelli che sono stati realizzati, e in mezzo ci sono le tante vittorie di Bebe, culminate con l'oro olimpico di Rio. Nel 2012, alle paralimpiadi di Londra è tedofora ma ha chiari gli obiettivi futuri: i Giochi di Rio 2016, la copertina di Sportweek, quella di Vanity Fair, entrare in Polizia e la Nike: centrati praticamente tutti.

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