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Salernitana-Venezia si gioca, il club lagunare è pronto al ricorso

La Lega aveva confermato il match previsto per il 6 gennaio, e la squadra di Paolo Zanetti si era presentata regolarmente allo stadio, a differenza dei padroni di casa. Il Venezia si aspettava la vittoria "a tavolino"

Il Venezia non ci sta ed è pronto a fare ricorso. Dopo la decisione del giudice sportivo di riprogrammare la partita contro la Salernitana, che si sarebbe dovuta disputare il giorno dell'Epifania, la società lagunare ha dato incarico agli avvocati Gianmaria Daminato di Venezia e Mattia Grassani di Bologna di «tutelare, in tutte le sedi opportune, le proprie innegabili ragioni e ciò indipendentemente dalla posizione di classifica ricoperta». Il club si attendeva la vittoria "a tavolino".

Nonostante le assenze per il Covid, il match era stato confermato dalla Lega calcio, motivo per cui il Venezia si era presentato regolarmente allo stadio Arechi per disputare il match valevole per la 20ª giornata di campionato, a differenza dei padroni di casa. L'arbitro Sacchi di Macerata aveva atteso i canonici 45 minuti nello spogliatoio con il Venezia, e gli uomini di Paolo Zanetti avevano svolto regolarmente l'allenamento pre gara e presentato la distinta ufficiale.  Alle 19.15, la partita era stata dichiarata conclusa.

La condotta del club aveva seguito i crismi del caso, motivo per cui era stato il presidente Duncan Niederauer a esprimere una netta presa di posizione: «Noi abbiamo rispettato le regole, - aveva detto - ed abbiamo fatto tutto ciò che ci è stato chiesto. Ciò che ci aspettiamo è la stessa osservanza e coerenza rispetto al regolamento. Pleonastico dire che l’unica decisione dunque possibile in tal senso è la nostra vittoria per 3-0 ed i tre punti assegnati al Venezia».

La posizione del club

La società, scrive in una nota, «prende atto della decisione del giudice sportivo, pubblicata sabato 19 febbraio, con cui è stata riconosciuta, in favore del club campano che non si presentò in campo, la cosiddetta "causa di forza maggiore" e, dunque, ordinata la programmazione della partita. Sono trascorsi 44 giorni dalla gara fantasma, durante i quali ci aspettavamo che fosse fatta chiarezza sulle ragioni che portarono alla mancata disputa dell'incontro, anche alla luce del provvedimento istruttorio del Giudice che, il 31 gennaio, dopo un primo rinvio della decisione, già fissata per il 21 gennaio, aveva chiesto chiarimenti sulla posizione di alcuni calciatori della Salernitana».

L'approfondimento, continua il club, «ha dimostrato che la società granata, appreso del provvedimento della Asl alle 16.33 di martedì 4 gennaio, non ha posto in essere alcuna concreta e fattiva attività, nelle 50 ore successive, finalizzata alla disputa dell’incontro, nonostante disponesse di alcuni giocatori recuperabili, in quanto già negativi o che avevano terminato il periodo di isolamento previsto dalla legge». Un comportamento differente da quello adottato dal Venezia, ad esempio, in occasione di Inter-Veneiza del 22 gennaio, quando nonostante le 15 positività in gruppo squadra «ha dimostrato di perseguire con tutti i propri mezzi, la mission della Lega, ovvero quella di fare in modo che il Covid non fermasse il campionato di Serie A: abbiamo onorato l'impegno che Lega Serie A e Figc chiedono a tutte le società del massimo campionato».

Secondo il Venezia, la Salernitana non avrebbe messo lo stesso impegno per far sì che il match dell'Arechi si potesse disputare. Per questo motivo, conclude la nota, «pur rispettando il provvedimento dell'autorità di salute pubblica di Salerno, così come la decisione del giudice sportivo, saranno esperite tutte le iniziative necessarie per sottoporre, ad altro giudice, le significative, e sostanziali, differenze tra la gara Salernitana-Venezia e altri casi, affinché venga affermato il principio che, qualora entrambi i club lo avessero voluto, quella partita sarebbe stata disputata».

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