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Elena e Francesca Covi: due gemelle venete campionesse tra tennis e golf

Oggi le due 21enni puntano ad entrare tra le prime 1000 giocatrici al mondo nel tennis

Le due sorelle Elena e Francesca Covi, gemelle, nascono a Padova il 26 ottobre 1999 e per papà Luca e mamma Elvina sono un regalo di Natale, assaggiando l’open air proprio alla Vigilia essendo nate sottopeso. Dunque, la loro prima sfida l’avevano già vinta, mentre oggi sono due campionesse di tennis e golf. Per capire però meglio da dove arriva tutto questo talento abbiamo deciso di intervistarle entrambe, senza dimenticare anche il papà.

Ragazze, dove e con chi avete iniziato a giocare a tennis?

«Abbiamo iniziato a giocare 'tardi', intorno ai 10 anni all’Eurotennis Cordenons seguite da Claudio Bortoletto e Roberto Gabelli. Trasferendoci per il lavoro del papà a Cavaso del Tomba, abbiamo continuato il nostro percorso per alcuni anni con il maestro Roberto Durante. Raggiunto un discreto livello, ci siamo trasferite all’accademia di Gianluca Carbone a Treviso dove siamo rimaste due anni per poi andare a Trento con il maestro Nicola Bruno. Nel frattempo abbiamo giocato con la squadra del tennis Argentario Cognola di Trento vincendo il primo anno la serie D. L’anno successivo siamo passate in serie C ottenendo la promozione ed il primo posto e l’ultimo anno abbiamo giocato la serie B mantenendo la categoria. Poi siamo rientrate a Treviso nel 2019 all’Open Park di Villorba per allenarci con il maestro Antonello Bottacin e con Marco Speronello. Così, nel 2020 abbiamo giocato la serie C arrivando in finale e purtroppo non passando in B per un nulla. Attualmente le nostre classifiche italiane sono Elena 2.4 e Francesca 2.6 con classifica mondiale ITF intorno alla posizione 1500».

Covi Elena PP wow drive-2

Perché avete scelto questo sport?

«La passione per il tennis parte da nonno Egon, tennista e giudice internazionale di tennis, il quale l’ha trasmessa a nostro padre e noi abbiamo raccolto il testimone. La nostra famiglia da sempre è stata più vicina però al gioco del golf. Noi stesse abbiamo iniziato prima col golf e, pur non avendo mai fatto competizioni ,esprimiamo un ottimo gioco. Nostro fratello più grande, Federico, fa il professionista di golf negli Stati Uniti e vive a Manhattan (USA) da 8 anni. I nostri stessi genitori, da sempre golfisti, sono attualmente ancora giocatori in prima categoria».

Adesso una domanda al papà: come sono riuscite le gemelle a far coincidere scuola e sport?

«La convivenza di una passione per lo sport con la scuola è, purtroppo in molti casi, difficile in Italia. Federico, giocatore della nazionale dall’età di 16 anni e spesso in trasferta con la squadra italiana, a scuola ci è andato poco ma è riuscito comunque a 19 anni a diplomarsi. Si allenava poco in campo pratica, preferiva giocare sul percorso di gioco, il classico talento puro poco incline al sacrificio. Elena e Francesca sono invece l’esatto opposto. Le migliori dell’istituto a scuola, molto diligenti e disposte ai sacrifici che uno sport disciplinato come il tennis impone. Fino ai 17 anni si sono allenate poco, 2/3 volte alla settimana con un paio d’ore a seduta, arrivando comunque a raggiungere livelli molto alti. Lo studio le ha però impegnate e loro non si sono tirate indietro. Finita la scuola hanno deciso di non andare negli Stati Uniti, dove più College le avrebbero accolte con una borsa di studio, ma sono rimaste in Italia decidendosi di provare a concentrarsi solo sul gioco, allenandosi tutti i giorni tra campo e palestra».

Foto COVI Federico-2

«La salute non le ha però aiutate e hanno perso molto tempo cercando di curare tonsilliti che interrompono continuamente le sessioni di allenamento. Per occupare i periodi di “fermo sport”, si sono quindi iscritte all’università, in scienze della comunicazione, continuando nel loro percorso scolastico sempre al top. Risolto il problema della pausa forzata, con l’intervento chirurgico, a fine 2019 si sono preparate 6 ore al giorno per rientrare, e per recuperare il gap 6 giorni alla settimana di allenamento, pronte per partire con la stagione internazionale proprio da marzo 2020, ma il Covid la sta facendo da padrone. Anche se comunque riescono ad allenarsi, e con pochi tornei Open attualmente disponibili, non riescono ancora ad avere quella continuità che sarebbe necessaria».

Ha dei consigli dal punto di vista della sostenibilità economica di questo sport a questi livelli?

«La parte economica gioca un ruolo importante se si hanno degli obbiettivi alti. I sacrifici che una famiglia monoreddito deve fare sono molti. Spesso da genitore è difficile comprendere quando e se l’atleta debba essere coinvolto, pur non entrando nei dettagli, in questi aspetti. Da una parte lo responsabilizzi dall’altra magari gli metti pressione...Credo che se una famiglia può permettersi di far praticare uno sport ad un figlio, questo rappresenta un aspetto educativo e di crescita importantissimo, essendo il miglior investimento che si possa fare, indipendentemente dal risultato finale. Elena e Francesca sono fortunate e grazie al loro livello sono testimonial nel tennis dell’importantissima azienda Diadora alla quale sono molto legate. Un aiuto per gli allenamenti proviene anche dal circolo per il quale giocano, il Tennis Park di Villorba e dal suo Presidente Gianfranco Griso».

Quali aspettative per il futuro delle ragazze?

«Le aspettative per il 2021 sono quelle di entrare tra le prime 1000 giocatrici al mondo, per poi scalare le classifiche arrivando fino a dove le nostre capacità ci porteranno... Nel tennis femminile il livello è molto compatto e le differenze sono rappresentate da piccole sfumature e soprattutto la parte mentale la fa da padrona. Il salto non è impossibile, bisogna crederci, non sempre è facile dopo sconfitte che fanno male, e con un po’ di fortuna si può fare un bel percorso».

Francesca Covi drive PP perfect-2

Cosa si augura per le sue figlie?

«Non vorrei sembrare banale, ma salute e serenità sono al primo posto. Sportivamente di raggiungere il massimo livello per loro possibile e non avere rimpianti. Sarebbe simpatico arrivare ad essere le prime professioniste maestre di tennis e di golf. Per la prima disciplina già ci siamo, per il golf credo che lavorando un anno ci si possa arrivare. Infine, non per importanza, una laurea che consenta loro di poter scegliere anche un lavoro diverso. Perché non quello di giornalista sportivo ad esempio».

Dal lato della sua esperienza che messaggio vuol dare?

«Per le giovani tenniste o giocatrici di qualsiasi altro sport, nei primi anni divertitevi, successivamente credeteci, perché spesso dipende solo da voi e dalla voglia di arrivare che avete dentro. Se poi i sacrifici che dovrete fare diventano un piacere, perché amate ciò che state facendo, siete sulla strada giusta».

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