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Niente sport per problemi di salute: nel 2014 198 persone non idonee

I dati nel convegno di Jesolo “La rete di medicina dello sport: stato dell’arte e sviluppi futuri”: il 95% all'interno del territorio dell'Ulss 10 non può svolgere attività agonistica a causa di problemi al cuore

Medicina dello sport, le responsabilità, i ricorsi degli atleti e delle società sportive contro i pareri negativi all’idoneità sportiva, il futuro della medicina sportiva. Sono questi i temi centrali del convegno di sabato 24 ottobre all’Hotel Almar di Jesolo, dal titolo: “La rete di medicina dello sport: stato dell’arte e sviluppi futuri”.

Dal 2013 la Regione Veneto ha affidato il “Coordinamento della rete regionale della medicina dello sport” all’Ulss10, incluse le attività della “Commissione regionale d’appello per l’attività sportiva agonistica”, ed è proprio da questa commissione che emergono dati rilevanti che verranno illustrati nel convegno di sabato.

Tre essi si rileva infatti che nel 2014 i certificati di non idoneità all’attività sportiva agonistica, rilasciati dai medici privati iscritti all’albo regionale e dai pubblici, sono stati 198, di cui la quasi totalità a causa di problemi cardiaci diffusi tra sportivi di ogni età. “Se un tempo c‘erano i medici scolastici, i medici militari, il medico condotto che facevano un po’ di tutto, ora sono rimasti i medici sportivi a raccogliere le tutte le informazioni sanitarie della vita del paziente e a fare diagnosi, ad iniziare dalle patologie cardiache – spiega il dottor Camillo Norbiato, presidente della Commissione regionale d’appello per la medicina sportiva agonistica - . Infatti oltre il 95% dei certificati di non idoneità sono determinati da patologie cardiocircolatorie che possono determinare conseguenze palesi per chi svolge sport a livello professionistico. I medici sportivi svolgono indagini  a tutto campo e maturano conoscenze che vengono sempre più riconosciute, anche per questo motivo vengono accolti sempre meno ricorsi da parte di società e di sportivi che intendono svolgere sport agonistico a tutti i corsi, anche a rischio della propria vita. Le società sportive sappiano che, in caso di eventi funesti, la responsabilità è anche loro”.  

La Commissione regionale d’appello per l’attività sportiva agonistica, oltre che accogliere e respingere i ricorsi contro la non idoneità all’agonismo, ha la funzione di curare l’esame delle varie patologie e delle metodiche adottate, che hanno indotto il medico sportivo ad emettere parere negativo, diffondendo in questo modo una “cultura sanitaria” volta al miglioramento della rete di diagnosi che ha portato in Veneto, nel corso degli anni, a una complessiva diminuzione dei certificati di non idoneità allo sport agnostico.

La prima parte del convegno di sabato, aperta dal direttore generale Carlo Bramezza, sarà dedicata ai contributi della citata Commissione regionale d’appello, la seconda parte sarà dedicata agli sviluppi della rete della medicina dello sport con la presentazione dell’Attività Fisica Adattata (AFA). Parteciperanno al convegno medici sportivi e di professioni sanitarie legate allo sport, dirigenti del CONI e delle Federazioni Sportive nazionali, titolari di palestre e persone interessate a questa tematica.

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