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Dalipagic torna in Serbia con la Reyer negli occhi: "Può migliorare ancora"

"Praja" ha assistito a gara 3 dei playoff contro Milano al Palaverde: "Quello orogranata è un ambiente super, favoloso. Tanjevic e Djordjevic sono sorpresi da tutta questa passione"

Drazen 'Praja' Dalipagic é ripartito per la Serbia. Negli occhi ancora le immagini di gara 3 e di una squadra, quella dell'Umana Reyer, che dopo aver stupito tutti per l'intera stagione, anche nell'ultima partita ha dimostrato di non mollare mai. Qualità per la quale gli orogranata sono usciti dal campo ugualmente tra il tripudio della folla nonostante la sconfitta. Il giusto tributo per un gruppo che, contrariamente a ogni pronostico, ha toccato uno dei vertici più alti della lunga storia reyerina.

"Mi é piaciuto constatare che dopo un campionato straordinario questa Reyer voleva ancora dimostrare qualcosa - ha detto Dalipagic in riferimento all'ultima sfida - ci hanno creduto fino alla fine nonostante di fronte avessero di fronte una grande squadra con un roster lunghissimo come Milano. L'Umana Reyer ha giocato molto bene e meritava certamente di vincere in gara 3. Ma negli ultimi 3 minuti alcuni dettagli hanno fatto la differenza. Peccato perché ancora una volta in questa stagione la Reyer ha dimostrato di poter tenere testa a una grande squadra come Milano anche in un contesto come i playoff".

Si aspettava che questa Umana Reyer potesse disputare un campionato del genere arrivando così in alto? "Già quando avevo visto la squadra a Belgrado in precampionato mi aveva fatto una buona impressione anche se allora ancora si pensava che avrebbe disputato la A2 e mancavano quindi gli ultimi due innesti di Bowers e Szewczyk. Credo inoltre che l'esperienza di quest'anno sarà servita a tutti per crescere. Lasciando stare gli alti e bassi con i quali nell'arco di una stagione tutti fanno i conti, mi viene anche da dire che questa squadra avrebbe ancora dei margini di miglioramento".

Era già stato al Palaverde lo scorso marzo e ci è tornato per questa gara 3 di playoff. Che impressione le ha fatto l'ambiente? "Un ambiente super, favoloso. Tutti i presenti hanno voluto dare il loro contributo. Chiaro che poi sono i giocatori che vanno in campo. Tutti gli amici che ho in Italia mi chiedono di questo fenomeno Reyer e del grande seguito che ha. Per esempio Tanjevic e Djordjevic, ma anche molti altri, mi hanno detto che sono sorpresi da tutta questa passione e da quello che ha fatto il presidente Brugnaro per riaccenderla. Se ci fosse un presidente così anche da noi in Serbia alla guida di Partizan o Stella Rossa farebbe cose stratosferiche".

Nonostante la sconfitta i 4.400 presenti al Palaverde hanno tributato alla fine una standing ovation alla squadra per omaggiare l'impresa compiuta quest'anno dagli orogranata... "Si vedeva che tutti erano contenti di questa stagione e vedere uscire la squadra tra gli applausi mi ha colpito. Chiaro che l'appetito vien mangiando ma i tifosi devono anche sapere che non è facile raggiungere certi risultati cosí com'é stato fatto quest'anno. Non é scontato che se sei forte sulla carta poi i risultati arrivino".

Il premio a Federico Casarin é un attestato di stima nei confronti dei quel lavoro che la società ha fatto e che sta alla base dei risultati della squadra? "Sentire che la società é sana, solida e presente conta molto per un giocatore. E il fatto che molti elementi hanno dato tanto é anche per merito di questo. Allo stesso modo il fatto che questa società consideri prima di tutto l'aspetto umano di ogni elemento, certamente aiuta".
 

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