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Martedì, 23 Aprile 2024
Mestre

L'acquedotto di Mestre compie 110 anni

Una tavola rotonda giovedì alle 17 nel chiostro del Museo M9 e una mostra fotografica aperta al pubblico sulla storia e sulla costruzione dell'opera

Giovedì l’acquedotto di Mestre compie 110 anni. È stato infatti inaugurato il 27 ottobre 1912 facendo zampillare l’acqua da una fontana provvisoria, realizzata per l’occasione. Per ricordare l’anniversario, Veritas ha organizzato una tavola rotonda giovedì alle 17 nel chiostro del Museo M9 di Mestre. Parteciperanno il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini; l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia, Massimiliano De Martin; il presidente del Centro studi storici di Mestre, Roberto Stevanato; la storica della sanità Nelli-Elena Vanzan Marchini; il direttore del Servizio idrico integrato di Veritas, Umberto Benedetti.

Da quel giorno, e per una settimana, sempre all’interno del chiostro sarà allestita una mostra fotografica aperta al pubblico sulla storia e sulla costruzione dell’acquedotto che, dalla sua nascita, dopo tre anni di lavori venne modificato in corso d’opera per adeguarlo allo sviluppo sociale e urbanistico della città, che all’epoca non arrivava a 18.000 abitanti. L’idea di costruire un acquedotto pubblico, che sostituisse gli insalubri e poco sicuri pozzi dai quali i cittadini prelevavano l’acqua, risale alla fine dell’Ottocento. L’iter subisce un’accelerazione nel 1904, quando due ingegneri incaricati dal Comune di Mestre elaborano un progetto che prevedeva di fornire acqua potabile a 12.000 abitanti, prelevata da un campo acquifero di Zero Branco (Treviso). La portata inizialmente prevista di 2.000 metri cubi al giorno non era però ritenuta insufficiente, quindi venne elevata a 3.000, modificando anche il percorso dei tubi per farli passare per Campocroce anziché sull’argine del fiume Zero.

Nel 1909 la portata viene ancora aumentata a 5.000 metri cubi al giorno, cresce però il costo di realizzazione dell’opera: da 280.500 lire del 1904 (attuali 1.300.000 euro) si arriva a 658.000 lire del 1909 (5.600.000 euro). Il nuovo acquedotto - lungo oltre 20 chilometri e dotato di 162 idranti antincendio utilizzati anche per la pulizia delle strade - prelevava l’acqua dai pozzi di Zero Branco, scorreva nei tubi sotto il Terraglio e arrivava a Mestre nella stazione di pompaggio di via Santa Maria dei Battuti. Il 27 ottobre 1912 infine, il nuovo acquedotto di Mestre viene inaugurato. Alla fine del 1922 cominciano i lavori di realizzazione dell’acquedotto di Marghera. L’acqua arriva nella centrale di piazzale Sirtori (attuale sede dell’acquedotto di Marghera) grazie a una derivazione dalla condotta per Venezia sotto il cavalcavia della Giustizia. La torre piezometrica di Marghera è invece del 1925. È un edificio di calcestruzzo armato, a pianta circolare, alto 57,50 metri, con un serbatoio in grado di contenere 800 metri cubi d’acqua. La capacità totale dell’acquedotto di Marghera è di 18.000 metri cubi al giorno, dal momento che la rete deve rifornire anche la zona industriale (l’acquedotto industriale entra in funzione solo nel 1973).

L’attuale acquedotto di Mestre e della Terraferma misura 887 chilometri e ogni anno eroga circa 27 milioni di metri cubi (27 miliardi di litri) di acqua potabile. La rete è alimentata dalle centrali di Marghera, Ca’ Solaro e Gazzera. L’acqua viene prelevata per la maggior parte dai pozzi di Zero Branco e Quinto nel Trevigiano e, per una quota minore, da quelli di Morgano (Treviso) Sant’Ambrogio (Padova) e Canove a Venezia. Solo una piccola parte viene prelevata dal fiume Sile e potabilizzata nell’impianto di Ca’ Solaro. La rete è integrata dal Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale realizzato dalla Regione Veneto in collaborazione con alcuni gestori idrici, Veritas tra questi. L’acqua è prelevata dalla falda di Carmignano di Brenta (Padova) e distribuita nei vari territori. L’acqua Veritas è di ottima qualità, attentamente controllata (il laboratorio aziendale verifica ogni anno 200.000 parametri), rispettosa dell’ambiente, sostenibile ed economica: 1.000 litri costano circa 1,5 euro. Ogni anno, per migliorare reti, strutture e impianti del servizio idrico integrato (quindi dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione), Veritas investe circa 50 milioni di euro.

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