Allarme bomba in Posta, polemica "Non ci hanno evacuato dalla sede"
Allerte identiche, scene opposte: a Mestre quattro gatti all'esterno, a Roma tutti fuori. L'azienda: "Era probabile fosse opera di un mitomane"
"Noi non sapevamo nulla, è uscito chi ha visto l'unità cinofila con i cani o chi è stato avvertito". Scatta l'allarme bomba alle Poste di via Torino di Mestre. A rigor di logica in casi del genere ci si aspetterebbe la classica nutrita folla all'esterno dell'edificio in attesa di rientrare (nella foto sulla destra ciò che è accaduto nelle stesse ore a Roma), invece all'esterno c'erano quattro gatti. Chi intento a telefonare, chi cercando di capire cosa stesse accadendo.
ALLARME SIA A MESTRE CHE A ROMA - I DETTAGLI
Come mai? "Non è stata disposta l'evacuazione degli uffici", dichiara una dipendente poco prima di riprendere il lavoro. Quindi i servizi hanno continuato a essere erogati nonostante all'interno ci fosse l'unità cinofila della questura intenta a passare al setaccio uffici e sotterranei a causa di un SMS di un ex dipendente delle Poste che aveva preannunciato la presenza di un ordigno: "E' vero, è stato deciso così per non generare ulteriore panico - dichiarano dall'ufficio stampa delle Poste - le attività si sono svolte più o meno regolarmente. C'è chi ha deciso di uscire per via volontaria, ma non è stata disposta alcuna evacuazione visto che era molto probabile che si trattasse dell'azione di un mitomane. Nessuno invece poteva entrare. Poi quando la polizia ha concluso gli accertamenti tutto è tornato alla normalità".
Dalle 9.30 alle 11.10, quindi, diversi lavoratori sono rimasti dentro lo stabile. Tutto legittimo, naturalmente. "Ma se fosse stato vero l'allarme? - continua la dipendente - come si fa a essere sicuri finché non lo dicono le forze dell'ordine". A Roma, negli stessi momenti, evidentemente si è optato per la scelta opposta: tutti fuori. Ciò a fronte dello stesso mittente dell'sms, con significato identico. Questione di scelte. "Per fortuna è andato tutto bene", dichiara la donna rimettendo piede nella sede centrale di via Torino.
L'ACCESSO ALLE POSTE INTERDETTO