Rilancio M9, approvato il piano 2021-23. Bugliesi: «Tornare a operare insieme alla città»
L'ok della Fondazione di Venezia per i prossimi tre anni. «Il riassetto del patrimonio verrà realizzato con la massima attenzione agli interlocutori e alla destinazione d’uso degli immobili». Nel mirino la Casa dei Tre Oci
Rilancio del museo, sviluppo del distretto M9, interventi per il territorio e riassetto del patrimonio sono gli elementi del piano strategico 2021-2023, approvato dal Consiglio della Fondazione di Venezia, per i prossimi tre anni.
Il nuovo progetto per il museo M9 proposto da Luca Molinari, e il piano di ristrutturazione dei costi e dei servizi proposto da Fabrizio Renzi, sono la parte centrale del piano. Lo sviluppo del distretto M9 è previsto avvenga attraverso l’insediamento nel chiostro di un polo direzionale e di innovazione. Le linee di intervento per il territorio sono incentrate su azioni a favore del capitale umano, delle piccole e medie imprese, della cultura e del sociale. Si punta, secondo la Fondazione, al contrasto del disagio educativo e alla promozione delle politiche in inclusione e integrazione.
Riassetto del patrimonio
Il rilancio dell’attività a favore del territorio metropolitano, secondo il Consiglio, investe in nuove risorse a favore di ricerca, formazione e cultura, e nuova attenzione al terzo settore con azioni a favore del welfare, che passa anche attraverso il riassetto generale del patrimonio, al fine di generare risorse da investire sul territorio. Il riassetto del patrimonio, si assicura, «verrà realizzato garantendo massima attenzione agli interlocutori con cui si avvieranno i piani eventuali di transazione, così come alla destinazione d’uso degli immobili, senza che venga a mancare una forte e visibile presenza, sia fisica che di azione, della Fondazione di Venezia. «La nuova linea d’indirizzo – ha sottolineato il presidente della Fondazione, Michele Bugliesi – nasce da un’attenta e approfondita valutazione, condivisa con gli organi, sulla necessità di tornare a operare insieme alla città e per la città, affiancando in maniera forte le istituzioni locali».
Reazioni
Il riferimento al patrimonio immobiliare del piano scatena reazioni sulla Casa dei Tre Oci. «Pare che la Fondazione di Venezia stia prendendo in considerazione la vendita di parte del suo patrimonio immobiliare. Riteniamo non sia questa la scelta più opportuna - scrive il Partito Democratico - e che debbano essere tentate altre strade. Non sfuggono le difficoltà economiche che la Fondazione sta attraversando, che ora sono rese più acute dalle conseguenze della pandemia. Tuttavia auspichiamo che, nel caso non ci fosse altra scelta, vengano posti dei vincoli sui futuri usi degli immobili alienati, in modo che non diventi l'ennesima struttura alberghiera della quale Venezia non ha davvero bisogno». «La Casa dei Tre Oci sia data in gestione, non venduta - commenta “Tutta la Città Insieme!” - senza cambiarne la destinazione d'uso e non a cederne la proprietà. Se si vuole dare davvero un'alternativa alla monocultura turistica, bisogna invertire la tendenza, non continuare a favorire questo tipo di economia. La Casa dei Tre Oci è un simbolo della città, un bene comune che dovrebbe essere tutelato e mantenuto fruibile dai cittadini».