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Mestre Mestre Centro / Via Giovanni Felisati

Notti di appostamenti in borghese per incastrarli: la polizia locale arresta i tre delle spaccate

Presi con le mani nel sacco dopo l'ultimo colpo al salone Nuovo Touchè dove avevano portato via 50 euro. Il sindaco Brugnaro ringrazia i vigili alla Smart control room del Tronchetto. «Reati in calo ma l'insicurezza sociale sale. Poteri penali agli enti locali»

Li hanno osservati, studiati e pedinati di giorno e soprattutto di notte, fino a quando gli agenti della polizia locale hanno inchiodato tre malviventi a cui stavano addosso da tempo. L'arresto è avvenuto praticamente in flagranza verso le 2 di martedì mattina fuori dal salone Nuovo Touchè di Carlotta Vanin e Niccolò Scasso, in via Felisati: attività di cui avevano appena distrutto la vetrina scaraventando addosso il coperchio di un tombino per portare via appena 50 euro: le monete del fondo cassa. 

Un'altra banda delle spaccate, un gruppo "multietnico" che ha avuto campo libero in tutto il centro di Mestre e poco fuori dalla città, probabilmente da quando la coppia di livornesi, quelli del furto dell'automedica, è sparita dalla circolazione con il divieto di dimora scattato a fine gennaio (e le misure cautelari successive di sabato). I tre sono un italiano del Trapanese, un nigeriano e un nordafricano, tutti sulla trentina. Hanno distrutto vetrine, forzato serrature, trapanato saracinesche e scardinato finestre di attività commerciali per rubare a volte poco, altre quasi niente per l'impossibilità di aprirsi un varco, e in alcuni casi invece portando via fino a migliaia di euro di merce, com'è successo il 21 febbraio al bazar di Hussain Musharraif, in via Milano, dove l'italiano e il nigeriano hanno trascorso un quarto d'ora all'interno a scegliere e caricare borse e zaini di merce da rivendere. La polizia locale li ha potuti arrestare, cogliendoli sul fatto, e dopo la direttissima per l'italiano è scattato il carcere (sarà processato il 7 marzo), per il nigeriano il divieto di dimora nel territorio veneto e per il nordafricano quello di allontanamento da Venezia.

A congratularsi per l'operazione il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha accolto i vigili alla Smart Control Room del Tronchetto. «Ci hanno lavorato per intere notti in borghese e al freddo, aspettando che si svegliassero e andassero a procurarsi la droga per pedinarli e osservarli. Nella notte fra lunedì e martedì li abbiamo presi». Per il primo cittadino lagunare chi compie reati e rimane libero anche se colto in flagranza, per assenza di denuncia, rimane di fatto impunibile. «Il problema esiste - commenta - e va affrontato con leggi specifiche sul decoro. Noi abbiamo fatto una proposta: suggerisco di dare poteri penali alle istituzioni locali e fino a dieci giorni di cella per chi degrada la città. Dobbiamo decidere dove la legge non funziona, - ha continuato Brugnaro - e avere la possibilità di intervenire. Tutti i reati sono calati, ma è aumentata l'insicurezza sociale. Rischiamo di attrarre delinquenza, perché così l'idea dell'impunità è automatica». 

Sul carcere disposto per l'italiano ha pesato probabilmente il fermo che i carabinieri della Compagnia di Mestre avevano fatto nei suoi confronti solo una sera prima, e che gli era costato una notte in cella perché ritenuto responsabile di un furto di monetine alle macchinette della concessionaria Pasqualetto di via Miranese. Uscito lunedì con la convalida e l'obbligo di presentarsi due volte a settimana all'autorità giudiziaria, a guardare il suo comportamento la notte dopo, che lo ha portato in carcere per la spaccata al salone, quel provvedimento non ha avuto su di lui alcun effetto. Sempre i militari avevano già fermato il 34enne per il furto al distributore automatico degli uffici comunali di viale Ancona, il 10 gennaio scorso. «Stiamo procedendo anche con la riqualificazione della città - ha concluso il sindaco -, e la stazione ferroviaria nuova verrà fatta. C'è il progetto definitivo e protocollato che a breve verrà presentato».

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