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Mestre

Un laboratorio in casa: tre chili di eroina sequestrata, 3 in manette

Arrestati tre uomini di nazionalità albanese, fermati dai carabinieri nel quartiere Pertini. Si muovevano da Mira verso le piazze dello spaccio di Mestre e Marghera

Continua la stretta dei carabinieri di Mestre sullo spaccio di eroina in città. Dopo lo smantellamento del sodalizio tunisino-albanese dello scorso 28 gennaio, infatti, i militari dell'Arma hanno continuato a predisporre servizi specifici nelle zone calde della terraferma veneziana, stringendo le manette ai polsi a tre cittadini albanesi, T.M. di 19 anni, T.A di 25 e il 31enne T.A, rispettivamente fratelli e cugini. A seguito di perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di 3 chili e mezzo di eroina, solo 500 grammi dei quali già tagliati, oltre ad un vero e proprio laboratorio per fabbricare lo stupefacente.

Controlli e pedinamenti

Negli ultimi giorni i militari dell'Arma avevano posto l'attenzione sui tre, che si muovevano con sospetto da Mira, dove avevano in locazione un appartamento, verso Mestre e poi Marghera. Spostamenti nelle zone più massicciamente frequentate, nel recente passato, da spacciatori magrebini o tunisini. Il trio, nello specifico, effettuava piccole soste in zone buie, durante le quali, con ogni probabilità, avveniva la vendita dello stupefacente. Nella giornata di ieri c'è stata la svolta: dopo aver pedinato i delinquenti da Mira, dove uno dei tre era stato lasciato in prossimità dell'appartamento, i militari hanno fermato il veicolo in mezzo al traffico di Mestre, nel quartiere Pertini, per identificare in sicurezza i passeggeri che si trovavano all'interno.

Le perquisizioni

Nella prima fase della perquisizione, uno dei due passeggeri a bordo, T.M., è stato trovato in possesso di un involucro squadrato, al cui interno era contenuto circa mezzo chilo di eroina. Accompagnati presso gli uffici del Comando, i due sono stati accuratemente perquisiti e trovati in possesso anche di due telefoni cellulari e circa 1000 euro in contanti, suddivisi in banconote di medio e piccolo taglio. A quel punto è scattata la perquisizione dell'appartamento di Mira, all'interno del quale è stato trovato il terzo compenente della banda. A seguito di ispezione, agli occhi dei militari è apparso un vero e proprio laboratorio: 2 martelletti metallici idraulici per pressare lo stupefacente intrisi di eroina, uno stampo artigianale in metallo cavo per pressare in parallellepipedi l'eroina, 2 frullatori elettrici e due sminuzzatori elettrici, anche questi intrisi di eroina. Oltre ad un setaccio, un manganello in metallo e circa 8mila euro di denaro in contante. Cui si aggiungono ulteriori 3 chili di eroina. La nota curiosa è che lo stampo fosse contenuto all'interno di un trolley, sintomo che l'attività di produzione e spaccio era in costante spostamento.

In carcere

A quel punto, ai militari del Norm non è restat altro da fare che arrestare il trio per concorso in detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Al termine delle formalità di rito, per loro, si sono aperte le porte del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia.

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