Bloccata banda a "chilometro zero" Nessuna porta poteva resistere
Sei giovani fermati per ricettazione. Il loro appartamento di via Costa era zeppo di refurtiva e di arnesi da scasso. I colpi sempre vicino a casa
Avevano di tutto. Predoni in piena regola. Una batteria con base in un appartamento di via Costa a Mestre è stata completamente disarticolata dagli agenti del commissariato di Mestre, con la collaborazione anche dei carabinieri. Pure loro avevano messo gli occhi su quell'appartamento quasi di fronte alla caserma della guardia di finanza di Venezia. Un viavai sospetto. All'interno un 33enne georgiano (ma che ha esibito documenti ucraini e polacchi) e cinque altri compari. Molto più giovani: tra i 22 e i 28 anni.
Il 33enne era già stato arrestato l'anno scorso a Zelarino per furti. Era lui il "maestro" della banda, con allievi svegli e che sapevano il fatto loro. La polizia martedì mattina ha fatto irruzione nell'abitazione, affittata a un pregiudicato da parte di un ignaro proprietario. le forze dell'ordine hanno dovuto sfondare la porta per catturare i sei. Uno di loro si era nascosto sotto al letto, mentre in due, vista la malparata, avevano tentato disperatamente di gettare dalla finestra alcuni monili in oro. Per far sparire l'intera refurtiva che custodivano nell'appartamento, però, sarebbe servita una ditta di traslochi. Gli agenti sono riusciti a ricostruire almeno cinque colpi. Tutti nella zona di via Costa. Tutti a "chilometro zero", come ha commentato il dirigente del commissariato Eugenio Vomiero. Quattro ai danni di auto in sosta e uno ai danni di una abitazione di via Teatro Vecchio.
Catalogare tutto è stato un lavoro lungo: c'erano biciclette, una pianola, una pelliccia, varie collane e braccialetti, dei dolciumi, un pacco di schede telefoniche, una cassaforte sradicata dal muro e aperta, dei giocattoli per bambini (che assieme ai dolciumi sarebbero andati in beneficenza). Oltre a tutto ciò anche una confezione da 50 pallottole calibro 40. Anche se le pistole non sono state trovate. Del resto le loro armi principali non erano quelle per far fuoco.
Nessuna porta, infatti, avrebbe potuto resistere loro. In casa il kit del perfetto scassinatore. Brugole, cacciaviti, chiavi inflesi, un flessibile. Se c'era bisogno di usare la forza la batteria aveva ciò che serviva, specialmente per porte blindate e casseforti. Se invece serviva lavorare "di fino" ecco una lunga sequela di piccoli strumenti capaci di aprire varchi insperati. I componenti della batteria, tra cui tre romeni, un moldavo e due georgiani (anche se dichiarano di essere ucraini) sono stati tutti sottoposti a fermo indiziario di delitto per ricettazione.