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Presa la baby gang delle rapine e dei pestaggi: "Azioni per razzismo"

Tre arrestati, compreso il "leader" 17enne. Sei gli episodi contestati tra Mestre e Marghera. Erano tutti italiani che ce l'avevano con i bengalesi

Li pestavano e li rapinavano. Solo per il fatto di essere bengalesi e non italiani. Solo per il fatto di essere per loro "diversi", "inferiori". Uno spaccato preoccupante quello su cui ha fatto luce venerdì l'operazione della squadra mobile di Venezia, i cui agenti, con la collaborazione anche degli altri reparti della questura, sono riusciti a sgominare una baby gang che ha imperversato soprattutto a Marghera, ma anche nel centro di Mestre. E non è escluso (anzi è probabile) che il conto finale possa diventare sempre più salato per quanti sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare. Perché le indagini continuano e gli episodi di violenza di questi giorni tra piazza Ferretto e piazza Barche potrebbero prima o poi finire nel calderone. Fatto sta che per ora sono scattate le manette nei confronti di tre giovani. Due minorenni e uno appena maggiorenne. Italiani cui viene contestata anche l'aggravante della discriminazione razziale, perché i loro atti non avevano altra spiegazione se non il razzismo.

"Ti tagliamo la gola", dicevano ai commercianti di via della Rinascita a Marghera, "veniamo ad ucciderti", rincaravano. Purtroppo però questo gruppetto di dodici indagati, tutti minorenni meno un diciannovenne, non si è fermato alle parole. E' passato anche ai fatti. La Procura contesta loro sei episodi di violenza, ma non è escluso che al termine delle perquisizioni scattate venerdì mattina possano saltare fuori elementi importanti per lo sviluppo delle indagini: il primo episodio fu il 14 novembre scorso in piazza Barche a Mestre, quando due bengalesi vennero bloccati dalla baby gang. La bici che avevano con sé venne danneggiata, mentre una delle persone finite nel mirino venne picchiata riportando lesioni guaribili in due giorni. Il giorno seguente in via Beccaria a Marghera sempre due bengalesi vennero minacciati e picchiati.

Passano dieci giorni e una coppia di bengalesi venne pestata con bastoni e bottiglie vuote all'interno di un negozio, subendo la rapina di una bici. E' una escalation. Il gruppo non si ferma e si muove con le caratteristiche del branco. Il "leader" un 17enne ora in carcere, ma sono tutti episodi estemporanei. Decisi sul momento. Il giorno seguente alla rapina sono ancora minacce di morte per due negozianti di via della Rinascita a Marghera. Ma dalle parole si passa ancora alle rapine poco dopo, il 13 dicembre, quando la baby gang entra in una macelleria etnica e vuole uscire senza pagare. Allora se la prendono con il responsabile, che viene spintonato e finisce a terra. Dal furto si passa alla rapina. Un reato pesante che ha sporcato per tutta la vita la fedina penale degli arrestati. Il 2 gennaio, infine, un bengalese venne aggredito e picchiato con una catena al volto nei dintorni del centro commerciale Panorama di Marghera.

Episodi gravissimi, su cui la questura ha lavorato fin da subito per ricostruire un quadro unitario di un mosaico che altrimenti non avrebbe potuto "incastrare" i colpevoli: un 17enne di Marghera è finito in carcere, mentre un 15enne mestrino ora è ai domiciliari. L'unico maggiorenne, di 19 anni di Mestre, lavoratore dipendente, si trova sempre ai domiciliari. Dopodiché ci sono altri nove indagati, tutti minorenni. Compreso un ragazzino non imputabile perché non ha ancora superato i 14 anni. Parte dei componenti del gruppo, tra cui anche giovani di etnia rom appartenenti a famiglie ormai stabili sul nostro territorio, devono però ancora essere identificati. Quindi è possibile che l'operazione si arricchisca di arresti e di perquisizioni, anche alla luce degli ultimi eventi nel centro di Mestre. Sono tutti giovani italiani all'apparenza "normali", che conducono una vita tra scuola e famiglia. Qualcuno con più problemi degli altri. Questa "normalità", però, era solo apparenza. Dietro c'era una realtà di violenza e razzismo.

LA DIRIGENTE DELLA SQUADRA MOBILE ANGELA LAURETTA

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