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"Barbanera", sì alla linea dura "per gli sfruttatori, non per gli sfruttati"

Sindaco e assessori si interrogano su come arginare il fenomeno dell'accattonaggio violento che sta mettendo in ginocchio la terraferma

La questione dei mendicanti violenti, dopo aver animato la cittadinanza mestrina e veneziana, torna nell'agenda dei politici locali. Già lunedì la prefettura di Venezia aveva deciso per la linea dura, con sgomberi e fogli di via pronti per tutti quegli “accattoni invadenti” che disturbano la tranquillità urbana, martedì, mentre in Corso del Popolo un gruppo di consiglieri manifestava contro i cosiddetti “barbanera”, sindaco, Consiglio e altri esponenti della scena locale sono tornati a discutere della possibilità di adottare misure “estreme”.

LINEA DURA DELLA PREFETTURA: SGOMBERI E FOGLI DI VIA

I "BARBANERA" SGOMBERATI DA VIA CA' MARCELLO

VIDEO: TORNA IL DEGRADO IN VIA DELLA PILA

VECCHIE ORDINANZE, VECCHI PROBLEMI - Al centro del dibattito c'è la vecchia ordinanza “anti-accattonaggio” di Massimo Cacciari, datata aprile 2008 e cancellata circa un anno e mezzo fa su spinta di Beppe Caccia e della sua lista “In Comune”, con l'appoggio della sinistra locale. Il testo dell'allora sindaco prevedeva il divieto per i mendicanti di sistemarsi presso ponti, cimiteri, ospedali, banche, e lungo i percorsi più frequentati del centro storico e di Mestre, dalla stazione fino a Carpenedo, passando per tutto quello che c'è in mezzo. Per i trasgressori era prevista una multa da 500 euro e la confisca dei “guadagni” ricavati dall'elemosina. La multa, però, non la pagava praticamente nessuno e proprio questa è stata la motivazione che ha portato alla cancellazione dal regolamento di polizia municipale anche se, come lamenta il consigliere Alessandro Vianello, “il sequestro degli oboli poteva causare grandi fastidi ai questuanti”.

VIDEO: SOTTO IL CAVALCAVIA SI ANNIDA IL DEGRADO

AUTOBUS PRESO IN OSTAGGIO DAI "BARBANERA"

BUTTAFUORI IN CHIESA, QUALCUNO GRIDA AL RAZZISMO

CARITÀ O RACKET? - Mentre si cercano soluzioni, però, la politica locale resta divisa. Il sindaco Giorgio Orsoni, che ancora una volta si è ripetuto favorevole alla linea dura contro i criminali, sottolinea il pericolo di scagliarsi contro i mendicanti, facendo di tutta l'erba un fascio: c'è chi, spiega il primo cittadino, ha messo su un racket sulle elemosina e chi invece vive di carità perché non può fare altro, non possiamo mettere le due cose sullo stesso piano. Orsoni va anche più nello specifico e spiega come anche all'interno delle organizzazioni di “barbanera” bisogna distinguere tra sfruttatori e sfruttati, o si rischiano di commettere gravi ingiustizie, indegne di un Paese civile. L'assessore all'Ambiente Gianfranco Bettin, intanto, propone di utilizzare fogli di via e imputazioni di associazione a delinquere. Gli fa eco il vicesindaco Sandro Simionato, che sottolinea l'importanza di siglare nuovi accordi con i governi dei Paesi di provenienza dei mendicanti.

NUOVO SGOMBERO IN VIA DELLA PILA

MANIFESTAZIONE IN CORSO CONTRO I "BARBANERA"

Manifestazione contro i "barbanera" in Corso del Popolo

UNA CRISI SOCIALE – Sul tema si sono espressi anche i rappresentanti di Confesercenti ed Ascom, che denunciano come l'attuale stato di crisi in cui versa la città sul fronte della criminalità possa non solo essere la manifestazione di quello che non funziona nel territorio, ma diventi in breve una minaccia anche per la reputazione di un Comune che, inutile negarlo, vive principalmente di turismo. Ovviamente, sottolineano le associazioni, un visitatore che si veda “preso in ostaggio” in autobus da un gruppo di mendicanti difficilmente porterà a casa con lui una buona opinione della città. Ma anche il commercio locale finisce per essere svantaggiato: se alcuni quartieri finiscono per avere la fama di posti pericolosi negozianti e commercianti del luogo vedranno a fatica nuovi clienti e, con il tempo, finiranno per perdere pure quelli abituali. Le proposte di recupero e riqualificazione, concludono i rappresentanti delle associazioni, ci sono e sono valide, ora però bisogna fare in fretta.

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