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Carpenedo Zelarino

Ingegnere 54enne mestrino rapinato e assassinato in Costa d'Avorio

La sera di martedì quattro malviventi armati hanno fatto irruzione nella villetta di Bonoua in cui Michele Pozzobon viveva. Nella colluttazione sono partiti dua colpi di pistola, di cui uno al cuore

Doveva essere la sua nuova casa, la sua nuova "terra". Lì, in Costa D'Avorio, Michele Pozzobon, 54enne di Zelarino, ha invece trovato la morte. Intorno alle otto di sera, le nove in Italia, di martedì quattro banditi armati fino ai denti hanno fatto irruzione nella villetta bifamiliare che l'ingegnere di impiantistica industriale occupava da tre giorni a Bonoua, piccolo agglomerato a 60 chilometri da Abidjan.

 

Hanno neutralizzato il guardiano e si sono diretti al piano di sopra, dove viveva Pozzobon. Volevano rapinarlo. Cosa non molto rara di questi tempi purtroppo nel Paese africano, alle prese con una recrudescenza generalizzata della violenza. Il 54enne è stato portato nel patio esterno della casa. Lì l'ingegnere si sarebbe ribellato, ingaggiando una colluttazione con i malviventi. Ad un certo punto i colpi di pistola. Due. Un proiettile ha raggiunto l'uomo al cuore, non lasciandogli scampo.

 

L'ambasciata italiana è stata avvertita della tragedia alle 22.30, ora locale, dal titolare libanese della ditta per la produzione di acqua per cui Pozzobon lavorava. Sul posto gli ambasciatori hanno trovato uomini dell'esercito repubblicano e della polizia, ma non si è potuto trasportare il corpo in una camera mortuaria. Quella notte erano tutte occupate. Il corpo dell'ingegnere è rimasto nella casa fino all'alba del giorno seguente, quando poi è stato trasportato all'ospedale universitario di Treichville.

 

La notizia della morte di Michele Pozzobon è stata trasmessa ieri mattina dall'ambasciata al commissariato di polizia di Mestre, che a sua volta ha avvertito la moglie e i figli. I familiari partiranno il prima possibile per la Costa d'Avorio, al massimo lunedì prossimo. La Questura sta espletando le pratiche per i passaporti. La vittima ha lavorato per anni come tecnico collaudatore per una ditta di imbottigliamento di Martellago, la Ave Industries. Per lavoro si è dovuto recare spesso in Africa, fino alla scelta del settembre scorso di mollare tutto e accettare la proposta di andare a lavorare in Costa d'Avorio.

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