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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mestre

Turisti spennati: carte di credito scovate negli hotel e clonate da dipendente infedele

Cinque ordinanze cautelari eseguite dai carabinieri nei confronti di persone che carpivano i codici per poi utilizzarli per prelievi e spese. Avevano elaborato un complesso stratagemma

Carte di credito clonate e turisti derubati, grossa operazione dei carabinieri: il blitz è scattato giovedì mattina da parte dei militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mestre, coadiuvati nell'operazione anche dall'Arma di Alba (Cuneo), che hanno dato esecuzione a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Venezia a carico di quattro romeni e un italiano. Ai componenti della banda è contestato il reato di clonazione di carte di credito e utilizzo fraudolento.

Le indagini, condotte a partire dal luglio 2015 dai militari dell’Arma sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia, sono scaturite dalle segnalazioni ricevute da diversi turisti stranieri soggiornanti in alberghi di Mestre che si sono visti prosciugare i conti delle proprie carte di credito durante i periodi di permanenza in Italia. I colpi sono stati messi a segno da una banda specializzata romena che poteva contare su un addetto infedele impiegato in una cooperativa di servizi generici, che aveva accesso a diversi hotel di Mestre: approfittando della possibilità di usufruire di un passepartout, penetrava nelle camere di facoltosi clienti stranieri durante la loro assenza all'ora della colazione e frugava alla ricerca di carte di credito da clonare grazie a uno skimmer portatile. Una volta carpiti i dati delle bande magnetiche, questi venivano trasmessi a un altro componente della banda che attraverso un “writer” creava le carte clonate. Tra le vittime facoltosi clienti americani, cinesi o russi. Anche due dipendenti della Nasa, con tanto di carta interna dell'organizzazione spaziale, sono finiti nella rete dei criminali.

La banda era entrata in possesso di numerose Visa, Mastercard e American Express intestate per lo più a persone che difficilmente si accorgevano subito del furto. A questo punto entrava in gioco un terzo personaggio, incensurato e quindi “insospettabile”, che a differenza degli altri, pregiudicati, poteva intestare a suo nome imprese commerciali individuali. Dopodiché accendeva conti correnti in vari istituti bancari di Mestre, richiedendo terminali Pos portatili da utilizzare ufficialmente per l'esercizio della fittizia professione di venditore ambulante. In realtà gli strumenti servivano per il prelievo delle somme dalle carte di credito clonate: i soldi finivano così direttamente sul conto corrente collegato al Pos e quindi nelle mani dei criminali.

Le indagini si sono sviluppate attraverso testimonianze, accertamenti bancari, perquisizioni, indagini informatiche, analisi di tabulati telefonici degli indagati e dei registri elettronici di numerose strutture alberghiere. Verifiche che, grazie al valido supporto della Procura della Repubblica di Venezia, hanno permesso di certificare un giro d’affari da un centinaio di migliaia di euro. Le attività investigative hanno consentito ai militari di sequestrare diversi skimmer nonché un ingente quantitativo di carte contraffatte. I componenti della banda sono stati portati in varie case circondariali del Veneto e del Piemonte. Il  componente italiano del sodalizio forniva appoggio logistico alla banda mettendo a disposizione un immobile di Marghera.

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