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“Se parlate le vostre madri finiscono nei guai”, nonno orco in manette per pedofilia

I carabinieri di Mestre hanno arrestato un italiano 72enne, a lanciare l'allarme è stata una maestra. Due bambine vittime degli abusi, il pedofilo è il marito della baby sitter

Deplorevole. Una notizia di quelle che non si vorrebbero mai leggere. I carabinieri di Mestre giovedì mattina hanno arrestato un  pensionato 72enne veneziano, per violenza sessuale aggravata continuata su minori. Tutto ha avuto inizio due anni fa, con le vittime, due bambine che al tempo avevano 7 e 9 anni, che fino al mese scorso sono state oggetto di abusi da parte dell'uomo.

Approfittare delle piccole, per l'orco, era piuttosto semplice. La moglie, infatti, faceva la baby sitter alle bambine, entrambe figlie di madri separate, che si erano affidate alla donna, alla ricerca di un appoggio "sicuro". Nulla ovviamente faceva presagire il desiderio perverso del marito, che faceva tutto all'oscuro della moglie, approfittando della sua assenza. Quando le bimbe erano affidate a lui. Le violenze fisiche erano accompagnate da minacce più o meno velate: "Se parlate le vostre madri finiscono nei guai", questo il mantra del 72enne per intimorire le sue vittime e farle desistere dal raccontare la verità. Oltretutto l'anziano svolgeva il ruolo di "nonno vigile" in città, anche se in una zona diversa da quella della scuola frequentata dalle vittime. Non risulta, comunque, che siano avvenute molestie al di fuori delle mura domestiche.

L'allarme è partito dalla dirigente scolastica della scuola elementare frequentata dalla bambina più grande. Una delle sue insegnanti, infatti, aveva percepito indirettamente che qualcosa non andava nell'alunna, e grazie alla sua sensibilità, durante un lavoro in classe, ha capito che la ragazzina nascondeva quell'orribile segreto.

I militari dell'Arma, dopo aver effettuato tutte le indagini del caso, hanno appurato, loro malgrado, come le violenze sulle piccole ci fossero effettivamente state. Frequenti e continuate. A quanto sembra, non dovrebbero esserci altre vittime. Gli uomini in divisa, che hanno iniziato ad indagare a partire da aprile, hanno anche sequestrato dei cellulari e una macchina fotografica. Il 72enne si trova ora in carcere, e rischia oltre 10 anni di reclusione. Più le aggravanti del caso, dal momento che i reati sono stati continuati e le sue vittime avevano meno di dieci anni. L’indagine è stata condotta dalla stazione di Mestre sotto la direzione del procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito e del sostituto procuratore Raffaele Incardona.

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