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Caso Dentix: «Pago le rate da gennaio, ma non mi hanno mai chiamata per iniziare le cure»

La denuncia di una 68enne di Dolo, una delle presunte vittime della clinica di piazza Ferretto che non ha riaperto dopo il lockdown

«Sto pagando 85 euro al mese per cure dentali mai ricevute, e quel contratto di finanziamento non l'ho mai firmato, né io né mio marito a cui è intestato». A parlare è una 68enne di Dolo, una delle presunte vittime del caso "Dentix", clinica di Piazza Ferretto a Mestre finita al centro dell'attenzione negli ultimi giorni. La donna, assistita dagli avvocati di Studio 3A, ha sporto denuncia. Doveva sottoporsi a un delicato impianto, con ricostruzione dell’osso, “un intervento che - racconta - dal dentista che mi aveva curato in precedenza non eseguivano. Mi sono informata, ho sentito che le cliniche Dentix erano specializzate in questo tipo di cure e mi sono rivolta a loro”.

A fine novembre la paziente si presenta nel centro di piazza Ferretto a Mestre (uno dei 57 in tutta Italia) della multinazionale che si occupa di cure e impianti dentali, finita nell’occhio del ciclone in questi giorni: com’è noto, le cliniche non hanno più riaperto dopo la fine del lockdown; in Spagna, dove ha sede la società a cui fa capo Dentix, è stata avviata la procedura fallimentare e, soprattutto, migliaia di clienti, sul piede di guerra, - spiega Studio 3A - stanno pagando (in anticipo) fior di quattrini per lavori mai iniziati perché la prassi era di «far accendere loro dei finanziamenti, nello specifico con una società finanziaria a distanza francese, Cofidis, e le rate dei mutui continuano a correre». Come nel caso della 68enne di Dolo. Che, però, quel contratto sostiene di non averlo neppure firmato.

«Quando sono stata da Dentix mi hanno visitato, hanno effettuato le radiografie e quantificato il costo delle cure e abbiamo discusso delle modalità di pagamento - continua la signora - Mi hanno proposto un finanziamento e a me andava bene perché si parlava di una cifra importante, quattromila euro, di cui non disponevo. Ma non ho messo nulla nero su bianco perché il mutuo andava fatto a nome di mio marito. Quindi sono rincasata e il giorno seguente ho inviato tutta la documentazione richiesta, tra cui l’Iban del nostro conto corrente, al dentista che mi aveva seguito. Successivamente, c’è stato recapitato il contratto di finanziamento con la relativa accettazione della domanda, ma né io né mio marito abbiamo mai firmato quel documento». Eppure, dal 5 gennaio 2020 dal loro conto corrente cominciano i prelievi delle rate, 84,17 euro al mese, «e ne abbiamo già pagate sei - conclude la paziente -, ma non mi hanno mai chiamata per iniziare le cure, nonostante i tanti solleciti al dentista che mi aveva visitato e lasciato il numero di cellulare. Poi è subentrata la pandemia, ma speravo che una volta rientrata l’emergenza si facessero sentire. E invece… Qui non si tratta solo dei soldi indebitamente sottratti: sto tirando avanti con una protesi provvisoria, sto male e non riesco a mangiare». Una vicenda simile a quella che in molti stanno denunciando in questi giorni. 

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