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Centro Carpenedo / Viale Giuseppe Garibaldi

Vuole che torni da lui: tenta di rapirla e picchia l'amico con una mazza

E' successo alle 21.30 del 9 marzo in viale Garibaldi a Mestre. Una coppia di amici sono stati aggrediti da un 33enne che ha trascinato in auto la donna, poi liberatasi, e tramortito l'uomo

Stavano passeggiando lungo viale Garibaldi verso le nove e mezza di sera del 9 marzo quando una Mercedes Clk scura ha affiancato una coppia di amici di origine polacca, si è fermata e ha scatenato il finimondo. Un 33enne di origine albanese è sceso dall'auto e ha iniziato a offendere una ragazza, per poi trascinarla a forza nel veicolo e tentare di rapirla. L'amico, intanto, ha tentato di ribellarsi, ma è stato picchiato con violenza dall'aggressore, che poi ha preso un manubrio da palestra dal bagagliaio e l'ha colpito di nuovo alla schiena lasciandolo sul marciapiede, tramortito. Per mettersi in salvo il malcapitato, impaurito, si è allontanato di corsa in direzione della sua abitazione, poco distante. Intanto anche la donna, terrorizzata, è riuscita a divincolarsi e a scappare.

All'uomo non è rimasto altro che andarsene a bordo della sua auto in direzione Torre Belfredo. Ma una scena del genere in pieno centro non poteva non attirare l'attenzione di alcuni testimoni. Una donna dalla sua finestra ha assistito al pestaggio e ha avvertito la polizia, mentre un militare che era in zona è riuscito a trascrivere i primi numeri della targa.

 

Le forze dell'ordine grazie a questi elementi, e alle sommarie informazioni fornite dalle vittime del "raid", sono riusciti a risalire al proprietario del Mercedes, il 33enne, residente in via Tipaldo, e ha perquisire la sua vettura. Nel bagagliaio è stata trovato il manubrio "incriminato". I motivi del folle gesto sarebbero di natura passionale: il giovane aveva avuto una relazione con la ragazza polacca e, vedendola paseggiare con un altro, non ci ha visto più e ha tentato di trascinarla via. Ora però dovrà affrontare una denuncia per minacce e lesioni aggravate, violenza privata e porto abusivo di oggetti atti a offendere.

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