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Forte Marghera ha un futuro, entro fine anno il piano per il suo recupero

La Giunta ha dato mandato alla direzione Sviluppo del territorio di preparare un progetto per lo sviluppo dell'area. Orsoni: "Bisogna togliere ai privati le decisioni strategiche sul territorio"

La Giunta comunale di Venezia ha approvato stamattina un atto di indirizzo che dà mandato alla direzione Sviluppo del territorio e Edilizia di predisporre un piano di recupero dell'area di Forte Marghera finalizzato alla ristrutturazione dei suoi edifici e delle aree di pregio. Il tutto sotto una regia pubblica. "Sono dell'idea - ha dichiarato il sindaco Giorgio Orsoni due giorni fa - che il Comune debba riprendere in mano la gestione dello sviluppo di quest'area; in termini generali credo che bisogna togliere ai privati le decisioni strategiche su parti importanti del territorio".

I 44 ettari di terreno potrebbero diventare un grande contenitore di eventi, secondo la visione di Ca' Farsetti. Anche per la Biennale. Entro il 2012 verrà redatto un piano di recupero, tenendo comunque aperte le orecchie per eventuali sirene provenienti da privati, che però a loro volta non potranno uscire dal "sentiero" predisposto dall'amministrazione.

Forte Marghera fu acquistato dal Comune di Venezia nel 2003 avvalendosi dell’esercizio di prelazione riconosciuto nelle norme sulla dismissione dei beni demaniali. L’acquisto, al prezzo di 9 milioni 554mila 452 euro è stato perfezionato con rogito nel febbraio del 2009 e trasferito alla proprietà del Comune di Venezia con impegno a mantenere per trent’anni la destinazione pubblica, così come da disposizione di legge.

Con lo stesso atto di indirizzo, la Giunta veneziana ha ricordato che l’avviso pubblico per la ricerca di soggetti interessati alla valorizzazione dell’area del 2008 prevedeva espressamente la natura puramente ricognitiva dell’avviso, riservando all’Amministrazione facoltà di utilizzare a suo insindacabile giudizio la proposta avanzata dai partecipanti. Inoltre, nel 2009, gli uffici preposti invitarono l’Associazione EduKa–Impregilo, che aveva espresso la sua disponibilità all’intervento, alla presentazione di un progetto di finanza relativo al recupero del Forte. Un invito che non ha trovato riscontro.

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