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Grande distribuzione, i commessi incrociano le braccia. In piazza per il contratto

Manifestazione regionale, sabato mattina, in Piazza Barche a Mestre. A partire dalle 10, i lavoratori si sono alternati al microfono, spiegando le proprie condizioni di lavoro

Uno sciopero che durerà per l'intera giornata, con un mega presidio a carattere regionale a Mestre, in piazza Barche. I lavoratori dipendenti della grande distribuzione si sono ritrovati puntuali, come da programma, alle 10, alternandosi al microfono per raccontare le proprie condizioni di lavoro in negozi che chiedono sempre più disponibilità, impongono ai part time degli orari fortemente maggiorati o spezzettati, operano nel mercato del lavoro moltiplicando la presenza di figure "deboli". Uno sciopero di portata nazionale quello di sabato mattina, indetto dai sindacati di base per tutte le aziende aderenti a Federdistribuzione.

Sul piatto, anche questa volta, il corretto rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Se da una parte sono state avviate delle trattative strutturate con la Distribuzione Cooperativa e con Confesercenti, e con Confcommercio il contratto è firmato e l'erogazione degli aumenti già in atto, con Federdistribuzione la situazione è apparentemente in una fase di stallo. Secondo un calcolo sindacale, tra quanto erogato ai dipendenti da aziende associate a Confcommercio e quanto propone Federdistribuzione si creerebbe un gap di 1200 euro medie per ogni lavoratore a fine 2018.

Ma non c’è solo una questione salariale. "L’associazione datoriale - osservano le Segreterie di Filcams Cgil, Fiasascat Cisl, Uiltucs Uil del Veneto - pretende di firmare un contratto nei fatti non vincolante, prevedendo la possibilità di deroghe a livello aziendale su tutte le materie anche senza accordi sindacali, ed appesantisce il piatto chiedendo un peggioramento degli inquadramenti, degli orari, di una serie di istituti e prestazioni di welfare, fino all’introduzione di un meccanismo di assorbimento dei premi fissi aziendali da recuperare sugli aumenti contrattuali".

"Porre a tre anni dall’inizio dei negoziati tali condizioni come inderogabili dimostra quanto Federdistribuzione sia lontana dal voler realizzare un’intesa - continuano i sindacati - Il suo intento è imporre un diktat inaccettabile attraverso cui costruirsi un vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti ai quali, in aggiunta, vorrebbe modificare in peggio una serie di trattamenti. Tutto ciò è inaccettabile. Vogliamo un contratto rispettoso delle ragioni di chi lavora e che non crei divisioni e dumping contrattuale nella distribuzione commerciale".

Le maggiori catene interessate allo sciopero presenti sul territorio regionale: Alì, Aspiag (Despar ed Interspar), Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Coin, Conbipel, Conforama, Decathlon, Esselunga, Ikea, La Gardenia Beauty (Limoni), Marionaud, Leroy Merlin, Maxi supermercati, Metro, Oviesse, Pan Panorama, Penny market, Prix Quality, Unes Maxi, Unicomm, Zara.

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