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Mestre Zelarino / Via Terraglietto

"Il tesoro dei sinti" nelle mani dello Stato: casa, camper di lusso e terreno

Tutto ebbe inizio nel 2013, quando la polizia trovò refurtiva per almeno 100mila euro nel campo di via Terraglietto della famiglia Lavocovic. Nel 2015 confiscati beni per 300mila euro

Nel 2013, quando gli agenti del commissariato di Mestre entrarono nel campo di via Terraglietto, trovarono refurtiva per un valore di almeno centomila euro. Vespe, moto d'epoca (tra cui una Guzzi del 1925 utilizzata per le parate di Mussolini), macchine fotografiche, motoseghe, orologi, strumenti per giardinaggio, trattorini. Erano decine gli oggetti sequestrati dalla polizia 3 anni fa. Da lì è partita la procedura per la confisca dei beni nei confronti di tre componenti della famiglia di origini sinte dei Lovacovic, secondo un attività operativa seguita dall'Ufficio misure di prevenzione della Divisione anticrimine della questura di Venezia. Ai tempi le cronache parlarono di "tesoro dei nomadi", ora finito definitivamente nelle mani dello Stato. 

"In poco più di tre anni - recita una nota della questura - si è definitivamente conclusa la procedura che, partendo dalla proposta del questore, ha sottoposto al Tribunale il lungo e nutrito curriculum criminale di alcuni appartenenti al nucleo familiare e una serie di verifiche e accertamenti bancari e patrimoniali eseguiti con la collaborazione del Gico della guardia di finanza. Sulla base di quest'ultimi si riteneva del tutto sproporzionato il rapporto tra i redditi leciti e i beni immobili e mobili intestati o riconducibili alla famiglia". Insomma, il trio era troppo ricco rispetto a quanto dichiaravano.

Ora la definitiva confisca di un'abitazione nel territorio di Mira (valutata di valore poco superiore ai 130mila euro), di un camper di lusso (valore 45mila euro) e del campo di via Terraglietto dove era stato trovato il "tesoro" (valore 110mila euro). Il provvedimento è stato possibile grazie alle norme introdotte dal codice antimafia del 2011, in cui si prevede il sequestro e l'eventuale confisca dei beni ritenuti acquisiti con il reimpiego di denaro proveniente da reati. 

Prima il Tribunale di Venezia, poi la Corte d’Appello, hanno accolto il contenuto della proposta della questura veneziana. Nel febbraio scorso, infine, la Corte di cassazione ha scritto la parola fine alla vicenda confermando definitivamente il provvedimento di confisca. I beni sono stati acquisiti dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Edificio e terreno sono ancora in attesa di assegnazione (sarà un'agenzia apposita dello Stato a darlo) a enti territoriali o a associazioni di volontariato che operano nel sociale. Il lussuoso camper, nel maggio scorso, è stato invece assegnato alla polizia locale di Milano. Lo utilizza per finalità d'istituto.

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