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Vedono la volante e cercano di fuggire, uno di loro era clandestino

Erano stati visti aggirarsi con fare sospetto per via Circonvallazione in piena notte, fermati e controllati, uno di loro era espulso fino al 2020

Si aggiravano per via Circonvallazione con fare sospetto e, alla vista della volante di pattuglia, hanno subito accelerato il passo cercando di nascondersi alla vista degli agenti. Insospettiti, i poliziotti hanno intercettato i tre stranieri dall'atteggiamento furtivo, scoprendo che uno di loro aveva una discreta “coda di paglia” e che fino al 2020 avrebbe dovuto stare ben lontano dall'Italia. Il 23enne è quindi finito in prigione, mentre i poliziotti hanno controllato l'attrezzatura sospetta in un'auto vicina.

LUNGO LA STRADA – L'episodio ha avuto luogo lunedì notte, poco dopo mezzanotte e mezza, all'altezza del distributore Agip. I poliziotti hanno notato la presenza di tre soggetti a piedi che, alla vista delle volante, hanno tentato di allontanarsi di corsa. Due di essi, subito raggiunti e fermati dagli agenti, sono stati identificati per altrettanti cittadini albanesi (di 23 e 22 anni). I due, che da subito hanno evidenziato un atteggiamento sospetto e teso a nascondere il perché della loro presenza in zona, sono stati trovati in possesso di una chiave di autovettura: il 23enne riferiva che l’auto era di un amico e parcheggiata a Padova. In realtà, i poliziotti hanno rintracciato il veicolo (una Fiat Punto) poco dopo in via Bruno Nao. All’interno, la scatola (vuota) di un flessibile, diversi guanti, borse porta oggetti e felpe di dubbia provenienza. Condotti presso gli uffici della questura di Venezia per ulteriori accertamenti, si è scoperto che lo stesso 23enne era stato già foto segnalato con altro nome (ed un anno in più) e con provvedimento di espulsione giudiziaria a carico (sentenza del 2010, per reati in materia di stupefacenti commessi a Padova) con divieto di rientro in Italia fino al 2020. Inoltre, agli agenti che lo stavano identificando, ha esibito un passaporto con nominativo e foto di un’altra persona. È stato quindi arrestato per inottemperanza al divieto di ritorno in Italia, per ricettazione e sostituzione di persona e condotto al carcere di Santa Maria Maggiore.

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