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Sabato, 20 Aprile 2024
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Proteste al Candiani, insegnanti seduti a terra e striscioni al convegno "Scuola di serie A"

Circa 300 persone all'esterno srotolano slogan: "Lasciateci le nostre maestre". Tensione: i dimostranti vogliono incontrare la dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame

Proteste sabato mattina al Candiani. Circa 300 tra docenti e dimostranti si sono seduti a terra fuori dallo stabile, dove si è svolto il convegno della Cisl sulla scuola, hanno srotolato striscioni e slogan per rivendicare il diritto di rimanere a insegnare. Momenti di tensione quando hanno cercato di entrare nella sala per incontrare la dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame. 

L'incontro con il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, lo aveva chiesto la Regione, giorni fa. L'assessore Elena Donazzan voleva discutere, in questa occasione, della questione delle maestre e dei maestri non laureati: "Non si lasci la patata bollente al nuovo governo", aveva detto, invocando una "Soluzione subito". Il ministro non è intervenuto. Le proteste, invece, si sono svolte lo stesso.

Docenti diplomati a rischio, Donazzan si rivolge al ministro Fedeli

Mobilitazione

Sulla vicenda dei docenti diplomati, ma non laureati, assunti con riserva sulla base di precedenti sentenze del Consiglio di Stato e ora a rischio di licenziamento dopo l’ultimo pronunciamento del dicembre scorso, le Regioni hanno chiesto al ministero dell’Istruzione di essere protagoniste del confronto istituzionale e di partecipare alle possibili ipotesi di soluzione. "Gli assessori regionali all’Istruzione, Formazione e Lavoro, riuniti nella nona commissione della Conferenza delle Regioni - ha spiegato Donazzan - hanno sollecitato il ministro Fedeli e il sottosegretario Vito De Filippo ad un confronto urgente, offrendo la totale disponibilità a collaborare con il ministero per individuare le vie possibili per dare una soluzione equa all’intricata vicenda e garantire in serenità la continuità dell’anno scolastico”.

"Risolvere subito"


"La Regione Veneto, con la propria proposta di autonomia - aveva precisato l'assessore - sta negoziando la programmazione della gestione degli organici. Programmazione che si è dimostrata essere il vero fallimento della scuola italiana, e non solo nell’ultimo periodo, e che vede nella sentenza del Consiglio di Stato un 'vulnus' politico, perché lascia governare la scuola alla magistratura amministrativa, peraltro in piena contraddizione con se stessa. La politica - ha detto Donazzan - deve tornare a mettere al centro delle scelte per la scuola la qualità dell’insegnamento per gli studenti e per i docenti. Proporrò, pertanto, al ministro di non lasciare al prossimo governo la soluzione, ma di trovare immediatamente la risposta che dovrà tener conto dell’effettivo insegnamento avvenuto in un arco temporale, che potrebbe essere quello dei 36 mesi già normalmente definito nelle normative comunitarie, nonchè dei diritti acquisiti con i titoli, non solo la laurea, ma anche i concorsi". Il problema, per ora, rimane aperto.

I dati in Veneto Cisl Scuola

In questo anno scolastico gli alunni che frequentano le scuole venete, distribuiti tra le scuole statali e paritarie sono in totale 707.107. L’incidenza degli alunni stranieri è del 13%. A seguito della riorganizzazione della rete scolastica, in Veneto sono presenti 605 istituti scolastici, 31 dei quali sottodimensionati. Ben 216 istituti hanno un dirigente scolastico reggente e 155 un Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi supplente. Nell’arco degli ultimi 10 anni, gli alunni sono aumentati di quasi 1.500 unità, mentre l’organico del personale Ata è diminuito di ben 3.084 unità. 

L’ufficio Scolastico Regionale ha assegnato 3.738 nomine, ma erano 6.224 i posti concessi al Veneto. Sono rimasti vacanti 2.811 posti e di questi ben 1.558 riguardano insegnanti di sostegno. Gli alunni in difficoltà costituiscono da sempre un problema educativo di grande rilevanza sociale che il nostro Paese ha cercato, in parte, di risolvere con due leggi speciali: la 104/1992 per i portatori d’handicap (disabili di vario tipo) e la 170/2010 per alunni con DSA (dislessici, disgrafici, ecc.) e successive leggi, linee guida e circolari. Ma gli alunni con difficoltà di apprendimento non sono soltanto quelli che hanno una certificazione di disabilità. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nell’insieme sono 16.520 gli alunni con disabilità quest’anno. Sono in aumento, ma aumentano soprattutto le disabilità gravi.


 

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