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«Verità e giustizia per il nostro Mosheur Rahman», la comunità bengalese in corteo

A Mestre stamattina, dalla stazione a piazza Barche, in 700 hanno chiesto: «Chiarezza sulla scomparsa del cittadino 16enne morto il 30 agosto scorso e una migliore sanità per tutti»

Un corteo pacifico di circa 700 persone della comunità bengalese ha sfilato stamattina verso le 9 a Mestre, partendeo dalla stazione ferroviaria e raggiungendo piazza Barche. In testa lo striscione: "Vogliamo verità e giustizia per il nostro Mosheur Rahman», ragazzo morto il 30 agosto scorso all'ospedale dell'Angelo di Mestre, per ragioni ancora da chiarire. «La nostra non è una contestazione ma un segno di vicinanza ai genitori e ai fratelli di Mosheur che soffrono e chiedono chiarezza», afferma Prince Howlader, organizzatore della manifestazione.

«Abbiamo chiesto anche una migliore sanità per tutti e una burocrazia più semplice per i cittadini, specie quando si parla dell'assegnazione del medico di base o del rilascio del tesserino sanitario - dice Howlader -. Quanto alla morte di Mosheur Rahman, «non ci sono certezze. Prima si è parlato di meningite, poi di tubercolosi. Attendiamo una versione ufficiale. C'è un'autopsia in corso e aspettiamo che la Procura ci dica cosa è successo a questo ragazzo». La sfilata è terminata prima delle 11 come previsto, e la circolazione dei bus Actv è tornata regolare a Mestre. «Chiarire le cause della morte di Mosheur almeno sarà utile alla medicina in generale».

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