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Bersani "si tira la volata" a Zelarino: "Il Pd? Deve imparare a volersi bene"

Il segretario del Partito Democratico interviene alla festa di partito alla kermesse mestrina. Nel mirino legge elettorale e il "rivale" Renzi: "Ognuno misuri le forze che ha dentro e fuori da qui"

Molta attesa per il discorso del segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani alla festa del Pd di Zelarino, in piena "campagna elettorale" per le primarie interne al partito. I temi locali si sono intrecciati alle più numerose questioni politiche nazionali. In primis le trattative per la nuova legge elettorale: "Se mai qualcuno avesse in testa di andare ad un sistema seccamente proporzionale perché di questo si tratta, portando matematicamente il Paese in una situazione di ingovernabilità, dovrà vedersela con noi - spiega il segretario -  Misuri le forze che ha!", ha dichiarato Bersani rispondendo seccamente a un'ipotesi di accordo sulla legge elettorale tra Udc e Pdl che prevede un ritorno secco al proporzionale.

"Sento qualcuno dire che la situazione migliora, non so che termometro abbia per misurare la febbre - spiega il segretario del Pd - I termometri che uso io sono il lavoro, i consumi della gente normale, gli investimenti che danno lavoro, questi termometri segnano febbre alta. Ok lo sforzo comune, sindacati, imprese, lavoratori. Dopodiché - prosegue - bisogna porsi il seguente problema: siamo uno dei pochissimi paesi che l'anno prossimo afferra il pareggio di bilancio e dopo la Grecia siamo il paese più in recessione d'Europa. Pur dentro tutti i patti, a tutti i rigori, a tutti i fiscal compact, bisogna trovare un minimo di margine per dare un po' di respiro al Paese".

Pier Luigi Bersani non vuole sbilanciarsi su una possibile cooptazione di Mario Monti in un ipotetico governo politico guidato dal centrosinistra. "Monti deciderà lui quello che vuole fare - risponde il segretario ai cronisti - Io ho una grandissima stima di Monti, vedono tutti che Monti è riuscito nel mondo a dare un profilo dell'Italia di serietà, credibilità e rigore. Per noi è un punto di non ritorno". Però nel programma il Pd, sottolinea Bersani, vuole metterci "più lavoro, più equità, più eguaglianza, più diritti. Qui - aggiunge - non è questione del tasso di tecnici presenti o no in un governo. Non è questo; noi abbiamo avuto esperienze con tecnici e politici". La domanda, per Bersani, è un'altra: "abbiamo diritto anche noi, come tutti gli altri paesi europei, ad avere una democrazia che chieda agli elettori chi deve governare? Altrimenti decidiamo che vogliamo stare nella moneta unica europea ma non vogliamo stare nella democrazia europea. Sarebbe una scelta curiosa. La sera delle elezioni il mondo deve vedere che c'è qualcuno che può governare. Sennò - ha concluso - viene uno tsunami sul Paese, non sul Pd. Noi su questo saremo fermissimi".

L'endorsement del sindaco di Vicenza, Achille Variati, a favore di Matteo Renzi nella corsa alle primarie del Pd non scompone Pierluigi Bersani. "Non ci vedo niente di male in un sindaco che sceglie Renzi - ha risposto - Le primarie le ho volute io - ha aggiunto - , non mi metto a fare l'elenco di tutti i sindaci che dicono Bersani. Ognuno qui pensa con la sua testa, ci si vuol bene tutti. Io voglio bene a tutti". "Chiedo - ha ammonito Bersani - una sola cosa: si parla d'Italia e non di Pd, per parlare del Pd abbiamo i congressi, perché il Paese ha bisogno di noi. E a picconarci ci pensano già gli altri. Nel 2013 - ha proseguito - avremo il nostro congresso e, non si sa mai, il governo del Paese. Cerchiamo di volerci un po' bene - ha ribadito Bersani riferendosi alle polemiche interne al partito - altrimenti non so perché deve volerci bene l'Italia". (Ansa)

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