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La parrocchia presenta il restauro del Duomo di Mestre, più bello e solido dopo i lavori | VIDEO

Rinforzato, ristrutturato e ripulito, il duomo di San Lorenzo già da alcune settimane è tornato al suo splendore, a disposizione dei mestrini che hanno anche contribuito, con le loro donazioni, ai lavori di restauro: i cantieri si sono conclusi poco prima di Natale, anche se poi è servito altro tempo per gli ultimi ritocchi e il termine formale dei lavori è stato il 28 febbraio, con la visita e il collaudo da parte del delegato della Cei. Oggi, 17 marzo, il parroco Gianni Bernardi e l’architetto Stefano Battaglia, progettista e direttore lavori, hanno incontrato la stampa per dare un resoconto finale dell'intervento.

Lavori conclusi nel duomo di Mestre

In tutto i lavori, iniziati a luglio 2020, sono costati poco più di 860 mila euro, per la maggior parte (il 70%, pari a 506 mila euro) finanziati della Cei, la conferenza episcopale italiana, attraverso l'8x1000 alla Chiesa cattolica; altri fondi sono stati stanziati dal Comune di Venezia attraverso la legge regionale sull'edilizia di culto (72 mila euro) e dalla comunità con le offerte dei fedeli (98 mila). Quello che manca, circa 186 mila euro, è direttamente a carico della parrocchia, che intanto continua a promuovere la raccolta di fondi.

«I lavori sono stati decisi nel 2019 per le evidenti situazioni di degrado che abbiamo rilevato, in particolare dissesti e cedimenti strutturali soprattutto nell'area prossima al transetto - ha ricordato Battaglia - oltre alla necessità di rifare il manto di copertura e risanare il sottotetto, aggredito dal guano dei colombi». Con l'avanzare dei lavori si è deciso di intervenire anche sulla facciata fronte piazza Ferretto, inizialmente non inclusa nel progetto. Inoltre, in conseguenza ai crolli che si erano verificati dai cornicioni, «abbiamo verificato e restaurato tutte le statue, i cornicioni e poi le intere facciate». Per scendere poi a terra e risolvere i dissesti strutturali, con interventi sui pavimenti, sulle scale esterne, sui portoni, sulla sagrestia e su tutta la fiancata della chiesa. «Abbiamo visto anche le condizioni della cella campanaria del campanile e deciso di intervenire per i molti coppi che stavano per cadere», ha aggiunto Battaglia, «il tutto sotto il controllo della soprintendenza».

Tra le criticità principali c'è stata la necessità di intervenire sull'affossamento della struttura: «Un problema di falda dovuto alle acque meteoriche che si immettevano nel sottosuolo e che, nel tempo, hanno asportato una parte del materiale che costituiva la fondazione», ha specificato l'architetto. Così sono state eseguite delle iniezioni attraverso una macchina perforatrice che ha riempito con una miscela apposita i vuoti nel terreno.

Tutto questo, hanno concluso i promotori, «sempre assicurando lo svolgimento delle funzioni religiose e adottando le procedure anti Covid».

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