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Elisa come Eluana, a Mestre in coma da anni. Il padre: "Staccate la spina a mia figlia"

L'associazione Luca Coscioni chiede al Senato di discutere con urgenza la legge sul biotestamento: "Invece tutto rimandato". La 46enne fu coinvolta in un incidente stradale

Da 12 anni Elisa è immobilizzata a letto e dopo un incidente stradale a Mestre viene tenuta in vita artificialmente. Il padre Giuseppe chiede che venga staccata la spina a sua figlia, 46 anni, per darle una morte dignitosa "dal momento che quella che fa - dice - non lo è". Elisa rimase vittima in un incidente stradale, nel 2006, nell'auto guidata dal fidanzato che per il rimorso si suicidò. Lei, invece, da allora è tenuta in vita in uno stato vegetativo permanente, nutrita con un sondino, non sente e non parla e respira con una cannula. Viene accudita con professionalità all'Antica Scuola Santa Maria dei Battuti di Mestre.

"Non è più vita, è sofferenza, è il nulla: lo Stato deve fare qualcosa per liberare queste persone", chiede il padre cui è rimasta solo la figlia nella sua famiglia, e sa che non c'è per lei alcun futuro: "Vorrei- auspica - che venisse fatta una legge, che ci fosse comprensione per queste condizioni drammatiche, che non sono vita. Il problema di chi si trova in stato vegetativo non viene mai affrontato. Nemmeno oggi che il dibattito sul testamento biologico è aperto".

Una vicenda che ha riportato d'attualità le battaglie di chi chiede che anche in Italia sia possibile decidere sul proprio fine vita: "Si tratta di un'attesa infinita per le migliaia di italiani che aspettano da anni la possibilità di scegliere fino in fondo la loro esistenza - dichiara l'associazione Luca Coscioni - di avere voce in capitolo su come andarsene senza soffrire, quali cure rifiutare e, soprattutto, avere la certezza che le loro volontà saranno rispettare quando non avranno parole per dirlo”. A parlare è Filomena Gallo, segretaria dell'associazione, che ha preso come esempio il caso mestrino per sottolineare come non sia certo isolato in Italia. 

“Nonostante la legge sul biotestamento fosse passata alla Camera a furor di popolo ora giace in Senato - afferma - lì ieri era attesa una discussione potenzialmente decisiva, ma nel silenzio generale la seduta è stata ulteriormente rimandata almeno fin dopo l'estate, poi chissà. Alla politica il dramma di Elisa non interessa, ci sono altre priorità rispetto al dolore dei malati. Chiediamo un assunzione di responsabilità a un legislatore che se avesse volontà politica approverebbe immediatamente una legge che gli italiani aspettano da troppo tempo".

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