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Mestre Mestre Centro / Via Alessandro Poerio

Emeroteca: «Buco nero abbandonato». Ma il Comune potrebbe pensare di investire

Forse attraverso un bando, forse con una gara doppia per separare le parti dell'immobile, il Pd chiede di dare un futuro a questo spazio pubblico. Boraso: «Ci sarà nel prossimo bilancio»

È tornata a vivere l'emeroteca di via Poerio, durante il Festival della politica della scorsa settimana a Mestre, anche se solo pochi giorni. A chiedere conto di quegli spazi pubblici, chiusi e inutilizzati da anni in centro, è proprio il consigliere e deputato del Partito Democratico, Nicola Pellicani. È sua l'interrogazione discussa mercoledì pomeriggio, in quarta commissione consiliare in via Palazzo, dedicata al futuro dello stabile. «Un buco nero in centro città, come l'ex scuola De Amicis di via Pio X, e le aree tra riviera XX Settembre, via Poerio, via Brenta Vecchia e piazzale Donatori di Sangue. In queste zone si è fermata l'opera di rigenerazione urbana. Durante il Festival della politica - afferma - l'emeroteca ha ospitato eventi e dibattiti. Mostrando quanto invece di spazi pubblici cia sia fame».

Bandi deserti

Almeno due i bandi precedenti, ricorda il deputato del Pd. «Nessuno dei quali ha prodotto effetti. Ristrutturazione del piano terra e del piano superiore sono rimaste al palo dal 2015. E a parte qualche sporadica occasione di utilizzo, da parte dell'ordine degli architetti che aveva organizzato corsi, ad esempio, è rimasto tutto in stato di abbandono. Un delitto - afferma Pellicani -, perché il Comune non ha ancora rielaborato una proposta concreta per questo spazio?». 

Fondi 

«Abbiamo atteso il progetto presentato da un privato su questo stabile strategico - dice l'assessore alla Mobilità Renato Boraso - ma ad oggi il bene è nello stato che sappiamo, e al piano terra sono stati anche spesi soldi pubblici». «Perché l'amministrazione non lo ristruttura e non lo rende disponibile? - La domanda che riassume l'interrogazione del Partito Democratico -. «Stiamo valutando di andare al bando, ma dobbiamo passare in Consiglio - spiega Boraso - per mettere a gara la parte del piano terra destinandola alla somministrazione di alimenti e bevande». Più incertezza invece per il piano superiore. «Lì si potrebbe dare un indirizzo a carattere culturale, anche grazie ai fondi europei». Mentre per la De Amicis l'assessore parla di una novità legata allo sblocco dei fondi dall'ex Pio Guaraldo, azienda edile fallita nel 2017. Un milione di euro potrebbero arrivare da lì, spiega, e permetterebbero di togliere la fideiussione sulle aree attorno all'ex scuola De Amicis, risanandola. La stessa cosa successa per l'ex ospedale Umberto I, ora del signor Alì della catena padovana di supermercati.

La separazione

I bandi potrebbero diventare due, secondo Luca Barison, dirigente tecnico del Comune. «C’è stato un provvedimento di giunta nel giugno 2018, ed è andato a bando il piano terra dell'emeroteca, con destinazione ristorazione, o attività legate all’alimentazione, ed è stata data anche proroga ai termini del bando stesso, ma non ci sono state manifestazioni d'interesse. Si pensa a un doppio bando, suddividendo l'immobile, sempre passando in Consiglio comunale, al fine di completare le due delibere, del 2013, per il progetto di rifacimento del sotoportico, al di là del canale per i pedoni, e del 2015, che ha approvato opere complementari. Ora in linea con questi provvedimenti, l'amministrazione potrebbe pensare di insediare l'attività di ristorazione al piano interrato, con il collegamento al secondo piano ma svincolando quest'ultimo dal bando. Si può anche fare un bando unico con due lotti».

Voce a bilancio

Mentre al piano terra e sull'ammezzato, secondo i tecnici dell'amministrazione, servono interventi sugli impianti, per un costo che potrebbe aggirarsi attorno ai 300 mila euro, al piano superiore bisognerebbe rifare pavimenti e infissi, per un ammontare anche inferiore. Resta da capire la destinazione. «Se si tratta di attività culturali o senza redditività, è dubbio l'interesse dell'attuale amministrazione - conclude Pellicani - anche se dice che sta valutando di intervenire con proprie risorse economiche. Mancano comunque progetti e tempi definiti». L'emeroteca non è presente tra le voci di bilancio. Forse potrebbe comparire nel prossimo.

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