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Mestre

La compagna denuncia le violenze, 30enne rintracciato ed espulso

La picchiava fin dal periodo della gravidanza: è stato caricato giovedì su un volo per Tunisi, dopo aver minacciato la famiglia e le forze dell'ordine

Comportamento violento e pericoloso, rimpatrio coatto: si era reso responsabile di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, il 30enne tunisino rintracciato ed espulso dagli agenti del commissariato di Mestre in collaborazione con l'ufficio immigrazione della questura di Venezia. L'uomo, fermato nelle settimane scorse, era stato accompagnato al centro identificazione ed espulsione di Pian Del Lago di Caltanisetta, per l'avvio del procedimento di espulsione dal territorio nazionale

Senza fissa residenza, nullafacente e con precedenti per reati di spaccio in territorio mestrino, dimorava da tempo nel Veneziano: a far scattare il provvedimento di espulsione è stata la necessità di tutelare le sue vittime, la figlia minorenne e la compagna, quest'ultima oggetto di percosse già da quando era in stato di gravidanza. L’accompagnamento al centro si è rivelato particolarmente difficile, tanto che l’uomo ha paventato minacce di ritorsione contro le famiglie delle forze dell'ordine che lo stavano accompagnando. Non solo: una volta giunto in Sicilia, il tunisino ha replicato al telefono le stesse minacce, stavolta contro il personale di polizia e dei servizi sociali del Comune di Venezia.

Gli operatori del Comune, incaricati dal Tribunale dei minori di valutare la capacità genitoriale dell'uomo, gli avevano difatti sospeso la patria potestà nei confronti della figlia minore, con conseguente perdita del permesso di soggiorno per motivi di famiglia (il diritto di soggiorno era concesso in quanto padre di cittadina italiana). Dopo un breve periodo al centro di Caltanisetta, per l’ottenimento dei documenti di rito, l'uomo è stato imbarcato giovedì alle 13.15 con volo della compagnia Tunisair diretto a Tunisi. Un'espulsione resa possibile anche grazie alla "rete antiviolenza", che ha sostenuto le vittime, economicamente e psicologicamente, per aiutarle sporgere denuncia alle forze dell’ordine: la paura di ritorsioni le aveva bloccate a lungo.

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