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Favaro Veneto Favaro Veneto / Via Ugo Vallenari

Spari al villaggio sinti, oltre alla faida una questione di soldi?

A settembre 2011 l'arresto di alcuni esponenti del clan Braidic per furti ai danni di rappresentanti orafi. Bottino da oltre un milione di euro

Chi ha sparato e perché. Queste sono le due domande principali dopo gli altrettanti colpi di pistola sparati venerdì pomeriggio all'indirizzo del campo sinti di Favaro Veneto. Interrogativi intrecciati che necessariamente scoperchiano il calderone di una faida che continua da mesi tra clan rivali: i Braidic e gli Hudorovich. Aggressioni, minacce, colpi di pistola. Una sequela di episodi (dalla donna presa a sprangate da cinque Braidic a Dese, ai 23 spari nella notte che hanno tolto il sonno ai residenti di via Vallenari) che fanno pensare come si sia all'interno di una possibile escalation.

DUE SPARI IN PIENO GIORNO VERSO IL VILLAGGIO

Nessun proiettile fino ad ora era sibilato però di giorno. Alla luce del sole. Venerdì un uomo all'apparenza giovane è sceso dalla propria auto in corrispondenza della rotondina di Favaro Veneto, ha fatto due passi, ha disteso il braccio e ha fatto fuoco. Poi la fuga a bordo di un'auto, in sosta a lato strada. Un altro veicolo (o altri due) si erano fermati dall'altra parte della carreggiata. Le urla, le minacce. Poi il grilletto premuto ad altezza d'uomo. Un proiettile ha colpito l'auto del capoclan dei Braidic. Proprio venerdì tornato dopo un'assenza prolungata. Non sarebbe un caso.

DONNA PRESA A SPRANGATE IN MEZZO ALLA STRADA

Di certo questa escalation, però, deve avere una ragione "importante" sotto. Forse, ma le forze dell'ordine sul punto vanno molto caute, sarebbe proprio il "capo" dei Braidic l'obiettivo. Sparare a duecento metri di distanza ad altezza d'uomo è un rischio enorme, a giustificarlo potrebbe essere stata anche una questione di soldi. Tanti. A settembre 2011, infatti, l'arresto di alcuni Braidic (compreso il loro "capo") per una brutta storia di colpi ai danni di rappresentanti orafi. Associazione a delinquere finalizzata ai furti, l'accusa. Oltre un milione di euro in ori e gioielli il bottino totale. Si fa largo l'ipotesi, quindi, che in questo caso i proiettili possano essere partiti per una vicenda che esula dalla faida (tuttora in corso) tra i due clan principali del villaggio.

FURTI A GIOIELLIERI, MANETTE AL VILLAGGIO SINTI

Potrebbe infatti imperniarsi su quel milione di euro mai recuperato. Dov'è finito? Qualcuno vuole una fetta più grande? L'aggressione della donna a Dese a colpi di spranga e gli altri episodi di minacce e litigi, quindi, potrebbe esulare dalla vicenda di venerdì. Seguendo il filo del ragionamento, quindi, la matassa da ricostruire per gli investigatori potrebbe risultare di più livelli. E non è detto che facendo luce su uno automaticamente si arrivi alla chiave di lettura anche di quello superiore.

Intanto i residenti di via Vallenari vivono nel terrore: "Il Comune ha fallito - affermano - sulla traiettoria dei proiettili avrebbe potuto esserci chiunque".

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