Se il flash mob si trasforma in rissa e tiene in ostaggio per alcune decine di minuti una piazza di una città. Doveva essere una festa, un'occasione per confezionare un bel video e caricarlo su YouTube. Per sentirsi parte del mondo. Per sentirsi parte della moda dell'"Harlem Shake", il ballo collettivo che sta facendo il giro del pianeta.

Per questo motivo circa cinquecento ragazzini (attraverso un esteso tam tam sui social network) si sono ritrovati in piazzetta Coin a Mestre verso le 17. Tutto, però, è finito a lanci di uova, alcune dei quali avrebbero raggiunto anche alcune vetrine. La scintilla che ha fatto traboccare il caso? Una sorta di "faida" tutta interna a Facebook: un gruppo trevigiano (ma questa è solo la versione della fazione rivale), infatti, alcuni giorni fa aveva organizzato un'iniziativa simile nel capoluogo della Marca.

Cinque rappresentanti trevigiani, quindi, si sarebbero presentati puntualmente sabato alle 17 non per ballare ma bensì per protestare a suon di lancio di uova per il "plagio". Le altre cinquecento persone (le proporzioni numeriche in campo erano più che schiaccianti) non sono state a guardare dopo che i vestiti di alcuni di loro sono stati sporcati pesantemente. Ed è stato il caos. I cinque malcapitati si sono dovuti quindi rifugiati in un negozio, "China Town", richiudendo la porta dietro di sé. I titolari dell'esercizio hanno quindi chiamato la polizia, che è intervenuta in forze assieme ai carabinieri. In tenuta anti sommossa. Il piazza anche il questore Fulvio Roca. Dopo alcuni minuti di tensione (e di fuggi fuggi generale) poi tutto è tornato alla normalità. Secondo alcune ricostruzioni, però, i cinque "intrusi" non sarebbero trevigiani, bensì di Mestre e Marghera.