Mestre, banditi in casa all'ora di cena: "Potevano sequestrarci o farci male"

I banditi l'avevano messo nel conto: potevano trovarsi a tu per tu con i padroni di casa. Lo sapevano. Evidentemente avevano studiato a tavolino anche questa eventualità. Sequestrarli, usare violenza, forse. Per fortuna paradossalmente tutto ciò non è successo.

E' la stessa vittima del colpo a dichiararlo al Gazzettino. Avvocata, residente in via Nigra a Mestre, piuttosto che qualcuno dei propri cari sia andato per caso all'ora di cena al piano di sopra meglio essere stata derubata di circa 55mila euro tra soldi e preziosi. Lo afferma sotto choc, naturalmente. La sua intimità violata. Non è forse neanche un caso che la donna qualche giorno prima aveva ritirato dalla propria cassetta di sicurezza i gioielli, volendoli regalare a figlia e nipoti. Una soffiata? Impossibile stabilirlo.

Fatto sta che i quattro malviventi che l'altra sera si sono introdotti nello studio legale della donna e poi nella sua camera da letto, al primo piano di una struttura abitativa, erano dei professionisti. Avevano studiato da giorni orari e abitudini di chi occupava i due appartamenti. Sapevano che verso le 20.30 era ora di cena e che il piano superiore sarebbe rimasto sguarnito. Hanno forzato una finestra dell'ufficio e sono entrati in azione.

E' stato il genero della donna, che occupa un'altra delle quattro unità abitative dello stabile, a mettere in allarme l'avvocata: verdo le 20.30 si sarebbe accorto di quattro persone che uscivano dall'edificio di via Nigra parlottando tra loro in italiano. Pensava fossero clienti ritardatari. Il tempo di chiedere lumi che si è sentita un'auto scappare a tutta velocità.