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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mestre Mestre Centro / Via Elia Millosevich

Il ristoratore di Mestre ammette: "Ho colpito il ventenne col coltello"

Gianni Albanese non avrà conseguenze penali per quanto accaduto nel suo locale "Ai Tini". Il ferimento del giovane sarebbe legittima difesa

Si fa sempre più chiara la dinamica di ciò che è accaduto nella notte tra sabato e domenica all'interno del bistro "Ai Tini" di via Millosevich a Mestre. Le indagini sembrano essere vicine alla chiusura del cerchio, mentre il ventenne ucraino finito all'ospedale con alcune ferite penetranti tra l'addome e il torace rimane ricoverato all'Angelo. Il giovane è stato in coma farmacologico ed è rimasto in prognosi riservata per due giorni.

Secondo la prima versione fornita da Gianni Albanese, 43enne proprietario del locale  accorso subito grazie all'allarme antintrusione, il presunto ladruncolo sarebbe stato trovato a terra già ferito. Forse infilzato dalla recinzione del cancello del locale nel tentativo di scavalcarla. Martedì sera era in attesa del dissequestro del suo locale, che sarebbe dovuto avvenire a breve, mentre il giorno precedente era stato ascoltato dal magistrato titolare delle indagini e dai carabinieri. Ricostruendo passo passo gli eventi di domenica notte. Incrociando gli esiti dei rilievi dei militari dell'Arma con le sue dichiarazioni, però, gli inquirenti sono convinti di aver ormai fatto luce sulla vicenda. Gli accertamenti di domenica mattina condotti dalla scientifica non sarebbero incompatibili con quanto dichiarato da Albanese.

Di fronte al magistrato il 43enne avrebbe confermato di avere avuto una colluttazione con l'intruso, poi finito in coma farmacologico per un paio di giorni. E soprattutto di averlo colpito con un coltello trovato nelle vicinanze, durante il corpo a corpo. Si tratta di un ferimento ampiamente nei limiti della legittima difesa, per questo motivo il ristoratore non dovrebbe avere conseguenze penali per quanto accaduto. Si è ritrovato un intruso nel locale, senza sapere se fosse armato o meno. Durante la colluttazione dunque d'istinto avrebbe preso il primo oggetto a portata di mano e l'avrebbe usato per colpire il ventenne. Dopodiché quest'ultimo avrebbe tentato di scappare scavalcando il "famoso" cancello, tirato già a forza da Albanese.

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