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Mestre

All'Angelo cento interventi con la Iort, che evita alle donne la radioterapia

Al lavoro insieme sul tumore al seno un’intera équipe con specialisti diversi

Cento interventi con la Iort, la “radioterapia intraoperatoria”, all’ospedale dell’Angelo: «Acquistata dalla nostra Ulss 3 Serenissima nel 2015 – evidenzia il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben – questa strumentazione di eccellenza per la terapia del tumore al seno viene utilizzata con sempre maggiore frequenza. Dai venti interventi annui del 2016 e del 2017 siamo passati ai 34 interventi dello scorso anno, e ora ci prepariamo al centesimo utilizzo: quest’anno sono in media una alla settimana le donne che, operate al seno, vengono contemporaneamente trattate anche con la Iort, e non devono poi sottoporsi al lungo e faticoso ciclo di radioterapia postoperatoria».

Come funziona

«Utilizzare la ‘radioterapia intraoperatoria’ significa – spiega il primario di radioterapia oncologica Imad Abu Rumeileh – concentrare nel tempo dell’intervento anche il trattamento radioterapico: non appena il chirurgo ha rimosso il tumore, infatti, il cono della Iort dirige nella sede dell’intervento la dose di radioterapia necessaria a ‘bonificare’ la mammella operata. Il trattamento con la Iort dura dai venti ai quaranta minuti, dopo i quali il chirurgo procede a richiudere la parte operata». In altre parole, il letto tumorale viene “sterilizzato” prima del termine dell’intervento chirurgico con un’irradiazione diretta in loco; e questa particolare irradiazione sostituisce la radioterapia convenzionale post-operatoria che normalmente si pratica sull’intera ghiandola mammaria, attraverso un ciclo di sedute che si protrae normalmente per 4-5 settimane.

Un'equipe di esperti

«La Iort ci impone – aggiunge il direttore della Breast Unit, Guido Papaccio – la massima sinergia tra specialisti nella programmazione dell’intervento: per praticare la radioterapia intraoperatoria il chirurgo è infatti affiancato dal radiologo, dal radioterapista oncologo, dal fisico medico e dai tecnici di radiologia medica, oltre ovviamente dagli anestesisti: tutti questi operatori, ognuno per le proprie competenze specifiche, assicurano la qualità del trattamento». Partecipa ad ogni intervento praticato con la Iort anche lo specialista anatomopatologo: «Il tumore asportato dal chirurgo – spiegano gli specialisti dell’Ulss 3 – viene inviato immediatamente alla nostra Anatomia Patologica; viene analizzato in tempo reale, e il via definitivo all’utilizzo della IORT sulla mammella aperta è dato proprio dopo dall’anatomopatologo dopo l’analisi del tumore stesso».

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