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Si aggiravano tra i condomini, tre ladre minorenni prese prima che potessero rubare

Operazione della polizia locale nel rione Piave a Mestre: gli agenti le hanno seguite mentre entravano e uscivano dai palazzi

Sono state bloccate prima che potessero perpetrare furti in abitazione, quindi affidate a strutture protette. Tre ladre d'appartamento minorenni di etnia rom sono state sorprese verso le 13 di ieri dagli operatori della polizia locale impegnati a pattugliare le strade di Mestre. L'intervento si è verificato nel quartiere Piave: il trio è stato fermato in via Montenero, ma è stato pedinato a lungo per via Trento, via Podgora e via Oslavia. Le giovanissime, di età compresa tra 12 e 16 anni, erano in cerca di possibili obiettivi da svaligiare, come dimostrato dagli attrezzi che avevano con sé: cacciaviti, chiave inglese, torcia elettrica, pinzette e lime e altro ancora.

Pedinamento

Le ladre apparivano delle comuni adolescenti, ma il loro comportamento ha comunque insospettito gli agenti che le hanno tenute d'occhio. In via Podgora le tre si sono fermate in prossimità di un portone e hanno suonato alcuni campanelli chiedendo di aprire, riuscendo a entrare nel palazzo in pochi istanti. Dopo una decina di minuti le sospette si sono incamminate lungo il parco Piraghetto per poi proseguire lungo via Montenero e Oslavia. Qui hanno attuato lo stesso piano, suonando i campanelli e insinuandosi in un condominio, dove sono rimaste un quarto d'ora circa. Una volta tornate in strada è scattato il blitz degli agenti, che hanno bloccato le minorenni in via Montenero.

Precedenti

Al termine degli accertamenti per le giovani, di nazionalità croata e dimoranti in un campo rom di Padova, tutte prive di documenti, è scattata una denuncia per porto abusivo di strumenti da scasso e il trasferimento in strutture protette. Dai rilievi fotodattiloscopici sono emersi precedenti analoghi in diverse città d'Italia. «Raccomandiamo ai cittadini massima attenzione nell'aprire i portoni d'ingresso - commenta il commissario capo Gianni Franzoi, responsabile del Servizio di sicurezza urbana della polizia locale - meglio assicurarsi sempre della qualifica o dell'identità di chi suona al citofono».

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