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Svaligiarono gioielleria a Mestre, fermata banda di professionisti

Tre colombiani residenti a Milano scapparono con un bottino da 40mila euro il 10 settembre scorso da "Romano" in via Querini. Fermi a Genova

Si sono spinti fino alla Liguria per stanarli. Oramai avevano tutto: volti, auto, targhe. Addirittura il GPS sulle loro Fiat Punto e Audi. Li seguivano in tempo reale, ma serviva bloccarli senza mettere in pericolo l'incolumità di nessuno. Per questo da Mestre la caccia si è spinta fino a Rapallo, in un autogrill genovese dove tre banditi (più un quarto complice) sono finiti in stato di fermo per furto aggravato. Si tratta di una banda di professionisti che potrebbe essersi macchiata di diverse razzie nel Nord Italia. Del resto per colpire non avevano bisogno di parlare, oramai seguivano uno spartito collaudato. Come è accaduto nella gioielleria Romano di via Querini a Mestre il 10 settembre scorso: entra una coppia, chiede di vedere i prodotti in esposizione. Così l'attenzione della titolare viene distolta dall'entrata.

Poi entra il terzo lestofante, che invece attira l'attenzione del secondo titolare. Rimasto al banco. A quel punto il campo è sguarnito. Il finto marito della coppia iniziale si accuccia e si impadronisce in fretta e furia di tutto ciò che trova a portata di mano nel cassetto dietro al bancone. Alla fine sarà un bottino da 40mila euro circa (tre rotoli di collane d'oro e pietre preziose). Un colpo da ko, scoperto solo più tardi. Quando oramai il trio era sparito chissà dove. Ma per rubare in questo modo serve agire a volto scoperto, razziando a favore di telecamere. E' stato in questo modo che gli agenti del commissariato di Mestre hanno potuto raccogliere i primi elementi a carico dei furfanti, che qualche ora prima avevano effettuato un altra visita alla gioielleria di sopralluogo. In mattinata avevano cercato di perpetrare colpi simili in altre due gioiellerie, ma era andata male. Merito di un sistema di allerta via sms e mail messo a punto dalla Cgia di Mestre, e merito anche dei corsi che periodicamente la Confederazione organizza per i commercianti con la collaborazione del commissariato, in modo da imparare a usare "gli occhi del poliziotto" in caso di clienti sospetti.

In questo modo due colpi sono saltati, il terzo, purtroppo, è andato a segno. Ma gli investigatori sono riusciti a ottenere i numeri di targa delle auto con cui si muovevano i lestofanti, a scoprire dove risiedavano, a mettere sotto controllo le vetture. A stanarli, in poche parole. La loro base era nel Milanese, ma erano mobilissimi sul territorio. Tant'è vero che giovedì, a caccia iniziata, il loro itinerario è all'improvviso cambiato. Puntando dritti verso Genova. All'altezza di Rapallo sono entrati e usciti due volte dall'autostrada, proprio per evitare eventuali pedinamenti. Poi la sosta in autogrill, e le manette. Tutti e tre, un uomo e una donna di 32 anni e un uomo di 35, tutti di origini colombiane, sono stati sottoposti a fermo indiziario di delitto per furto aggravato in concorso e portati in carcere. Il quarto complice che si trovava con la banda è risultato essere indagato per un grosso furto in banca (in uno zainetto aveva gli occhiali e il cappello che usava nelle sue scorribande). Il gruppo aveva parcheggiato le due auto e si stava apprestando a fare "macchina unica". Con tanto di documenti falsi per celare la loro vera identità. Stava per essere svaligiata un'altra gioielleria, ma la pattuglia di polizia (guidata dal commissario capo Elena Gregorio), importante in questo senso la collaborazione della squadra mobile di Venezia e di Genova e della polizia stradale del capoluogo ligure, non gliel'ha permesso.

ECCO IL LADRO IN AZIONE

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