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Mestre Santa Croce / Ponte della Libertà

Riprendono gli interventi sotto il Ponte della Libertà, operai al lavoro: "Archi da liberare"

Lunedì le remiere di San Giuliano hanno "avvistato" gli operatori in corrispondenza del ponte translagunare. Numerosi archi sono oramai ostruiti, causando grosse problematiche

Riprendono i lavori sotto al ponte della Libertà per liberare alcuni degli archi ostruiti che minano il futuro della laguna di fronte a punta San Giuliano. A segnalarlo sono stati proprio alcuni rappresentanti delle remiere che tanto si stanno battendo per chiedere che venga assicurato un ricambio dell'acqua ora messo in pericolo dall'interramento. Gli archi ostruiti da ostriche e quant'altro sotto al ponte della Libertà, infatti, costituiscono una barriera che non permette il ricambio delle maree, causando morìa di animali e mancanza di ossigeno (i due fenomeno sono naturalmente collegati). Gli operai si sono presentati lunedì mattina ed è probabile che continueranno a lavorare anche nei prossimi giorni, festività a parte. 

Interventi di Rfi 

Gli interventi saranno gestiti da Rfi, su cui ricade la competenza delle operazioni. Ad annunciare l'operazione nei mesi scorsi era stato il presidente del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, Roberto Linetti. La Consulta della Laguna Media, il gruppo di lavoro che in questi mesi ha effettuato misurazioni e analisi dello stato di salute del tratto acqueo compreso tra punta San Giuliano e il Ponte della Libertà, ha dipinto uno scenario preoccupante secondo cui, non fosse per i processi naturali della subsidenza e dell'eustatismo, ossia l'innalzamento del livello delle acque causato dallo scioglimento dei ghiacciai e altri fenomeni naturali, la laguna di San Giuliano sarebbe già morta. 

Processo da neutralizzare 

Un processo che a un certo punto diventerà irreversibile e che è necessario arrestare il prima possibile. L'eustatismo ha "regalato" 30 centimetri d'acqua a quel braccio di laguna, dove ora le profondità sono di 55 centimetri medi. Dal 2000, in 17 anni, sono stati persi circa 25 centimetri e la proiezione fissa la possibile deadline nel 2054, quando l'acqua potrebbe raggiungere una profondità di soli 17 centimetri.

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