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Lettera del Comitato del villaggio San Marco. «La Cadoro si sposti in viale Sansovino»

La proposta inviata dal presidente dell'associazione Davide Scano e dalla portavoce, Barbara Vanin. «Se davvero il supermercato vuole mantenere il legame con il territorio, faccia il supermercato nell'ex edificio Enel»

Dopo la manifestazione domenica al villaggio San Marco il presidente del comitato omonimo, Davide Scano e la portavoce, Barbara Vanin hanno inviato una lettera al supermercato Cadoro, che ha annunciato il suo interesse a insediarsi nella zona. Il comitato, che si batte contro il progetto di costruzione di una torre e di un fabbricato commerciale nell’ex campo da calcio del “Real San Marco” a Mestre da quasi due anni, ha riunito attivisti e sostenitori ancora una volta domenica mattina per dire che gli abitanti del viale San Marco non approvano il progetto. Con questo spirito hanno invitato i vertici della società a insediarsi in un'altra area, indicando il fabbricato ex Enel di viale Sansovino, un immobile di archeologia industriale.

"Davide contro Golia"

«Riempie il cuore, veramente, vedere così tante persone che hanno risposto all'appello di un piccolo comitato che lotta, da un paio d'anni ormai, per difendere la vivibilità del proprio quartiere - si legge fra i commenti Facebook - Sono sempre di più le persone in città che hanno compreso come Davide stia lottando contro Golia, contro chi non vuole ascoltare ragioni, se non quelle del costruttore privato», si legge fra le reazioni dopo l'ultima mobilitazione di domenica.

Quindi è partita la lettera di Scano e Vanin. «Abbiamo approfondito con l'ausilio di tecnici e professionisti, il progetto proposto per l'area sportiva in esame e, visto il suo impatto ambientale e urbanistico, abbiamo chiesto all'Amministrazione comunale, con petizione firmata da più di 1.200 persone (in massima parte residenti in zona, come noi), di non votare la delibera - a favore di un'alternativa - più rispettosa delle attuali destinazioni d'uso ("verde attrezzato" e "attrezzature di interesse comune") e in linea con le caratteristiche architettonico-paesaggistiche del “Villaggio San Marco” disegnato dagli architetti Samonà e Piccinato».

L'appello

«Dottor Bovolato - si rivolge il comitato ai vertici del supermercato - il suo interesse per l'area è stato sfruttato da chi nell'amministrazione comunale vuole portare avanti il progetto in tutta fretta: una torre alta 60 metri, un fabbricato commerciale alto 7 metri e la classica distesa di parcheggi e viabilità secondaria. Il tutto presentato, impropriamente, come un “progetto di riqualificazione urbanistica e valorizzazione territoriale di un’area verde adibita a campo da calcio, ma da molti anni impraticabile a causa della presenza di inquinanti nel terreno ...”. Non si comprende come si possa ottenere la “riqualificazione urbanistica” riducendo il verde esistente del 75 per cento (da 25.370 metri quadri attuali, a prato, cespugli e alberature, a 6.417) e costruendo, al posto di un campo da calcio, edifici per 11.150 metri quadri con relative strade e parcheggi».

Scano e Vanin parlano dell'"aumento del traffico in zona" che a loro avviso sarebbe causato dal progetto e del rischio per i piccoli negozi di vicinato adombrati dalla grande distribuzione che troverebbe spazio nella superficie commerciale del progetto. «Lei ha dichiarato - continua la lettera - che “questo di viale San Marco è un investimento che Cadoro ha fortemente voluto per ribadire il forte legame con la città". Ebbene, viene da chiedersi se Lei voglia realmente onorare questo legame e se e quanto sia conveniente legare il nome della sua società a un progetto così avversato dagli abitanti. Vorremmo lasciarLe una proposta per una possibile alternativa riallocazione del supermercato di viale San Marco».

L'alternativa

Il comitato nella lettera ha chiesto alla Cadoro di insediarsi in un'altra zona, indicandola. «Si tratta della superficie a “terziario” di 1.500 metri quadri presente all'interno dell'area “ex Enel” di viale Sansovino e localizzata, in particolare, nell'edificio di archeologia industriale prospiciente il viale e vicino ai parcheggi previsti. Questa ipotesi comporterebbe una riqualificazione del quartiere coinvolgendo un'area rimasta nel degrado da oltre dieci anni. Confidiamo lei saprà ascoltare il territorio meglio forse di taluni amministratori comunali».

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