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Accende un braciere per difendersi dal freddo: muore avvelenato dal monossido

La tragedia nella notte tra sabato e domenica in un appartamento senza riscaldamento a Mestre. Perde la vita un 27enne con un'agenzia in via Cappuccina. Coinquilino ricoverato

E' spirato a cause delle esalazioni di un braciere posizionato nella stanza per difendersi dal freddo che, inesorabile, entrava nell'appartamento. Tragedia nella notte tra sabato e domenica in un alloggio di via Nervesa a Mestre, a due passi dalla stazione ferroviaria. Forze dell'ordine, vigili del fuoco e sanitari del 118 verso le 3 sono intervenuti in uno dei palazzoni che caratterizzano la zona: fin da subito si è capito che la situazione era compromessa per un 27enne bengalese, Abdul Rahim, in Italia da molti anni, intossicato dal monossido di carbonio.

Il braciere usato per scaldarsi (foto dei vigili del fuoco)

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Allarme lanciato da un coinquilino

A lanciare l'allarme è stato il coinquilino della vittima, che si è svegliato all'improvviso alle prese con giramenti di testa e respiro affannoso e ha capito che era necessario chiedere aiuto. Si è salvato per il solo fatto di essersi destato prima che fosse troppo tardi. I due abitavano in un appartamento privo di riscaldamento al piano terra. Pare non un alloggio in affitto, bensì di proprietà di un congiunto degli sfortunati protagonisti della vicenda. Sul posto lo staff del 118 ha cercato di rianimare in tutti i modi il giovane, ma al medico non è rimasto altro che constatarne il decesso. Il coinquilino è stato trasportato d'urgenza al centro iperbarico di Marghera: è stato sottoposto ad alcuni cicli per lenire le conseguenze del monossido.

Appartamento sotto sequestro

Una volta che i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l'alloggio, aprendo le finestre, sono entrati anche gli agenti delle volanti per un sopralluogo. La salma di Abdul Rahim si trova ora a disposizione dell'autorità giudiziaria: spetterà al magistrato di turno decidere se disporre ulteriori accertamenti.

Il giovane lavorava in via Cappuccina

Il 27enne risiedeva in Italia da almeno il 2010 e conduceva da un anno un'attività in via Cappuccina a Mestre, la Kazi Travels & Tours, un'agenzia viaggi specializzata anche in altri servizi, come supporto per la documentazione da esibire per chi è immigrato, money transfer e centro Caf. "Un grande lavoratore", spiega chi lo conosceva. Di recente un viaggio in madrepatria, per rinsaldare le proprie radici e salutare i famigliari. Poi il ritorno a Mestre, l'arrivo del freddo e la fatale decisione di accendere quel braciere con del carbone.

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