Il nipote che scoprì il corpo di Lida "Ecco le risposte che cercavo"
Franco Magagnini, 73 anni, scoprì il cadavere della zia uccisa a coltellate nel suo appartamento: "Un delitto così non poteva rimanere impunito"
"Certo, mi sento sollevato". E non potrebbe essere altrimenti. Franco Magagnini, 73 anni, sorride subito dopo aver scoperto che per l'omicidio della zia, Lita Taffi Pamio, all'alba di giovedì era stata arrestata la vicina di casa 51enne dell'anziana, Monica Busetto. Fu lui verso le 18 del 20 dicembre 2012 a scoprire insieme alla moglie il corpo supino sul pavimento della donna. Uccisa con quaranta coltellate nel suo appartamento di viale Vespucci. Ora, dopo più di un anno di indagini e punti di domanda, la svolta.
"Questa estate tutti eravamo presi dallo scoramento - racconta la figlia di Magagnini - lui era l'unico che ci credeva ancora". Lui annuisce, finalmente sereno: "Vedevo che le indagini andavano avanti - racconta - C'erano i sequestri e i sopralluoghi. Era impossibile che un delitto del genere potesse rimanere impunito".
I DETTAGLI SULLE INDAGINI CHE HANNO PORTATO ALL'ARRESTO
Dopo tanta attesa, dunque, giovedì è stato il giorno cruciale. "Io la vicina di casa non la conoscevo - sottolinea il nipote della vittima - L'ho vista solo due volte dopo il delitto. Mentre fumava da sola sul suo terrazzino. Ma non ci siamo mai rivolti la parola".
La memoria, è inevitabile, torna poi a quei tragici momenti. Che rimarranno per sempre nella mente: «Mia zia non rispondeva né al telefono, né al citofono – spiega – sono tornato a casa e assieme alla moglie ho raggiunto l'appartamento con le nostre chiavi. All'interno l'abbiamo cercata, ma all'inizio non vedevamo nessuno. Lei era lì, a terra. Con il sangue. All'inizio abbiamo pensato a un malore".
Non era un malore, purtroppo. Un comportamento esemplare il suo. Assieme alla coniuge. Che per le indagini si rivelerà fondamentale: "Per fortuna che non abbiamo toccato nulla – riflette – abbiamo solo lasciato le impronte sull'interruttore della luce. Ma per il resto la scena è rimasta tutta com'era all'arrivo dei poliziotti. Mi chiedo ancora - conclude - come una persona possa perpetrare un delitto del genere. Per fortuna che ora sappiamo cos'è accaduto. Perché avevamo troppe domande senza risposta".