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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mestre Mestre Centro / Via Cà Venier

"Sono entrata e ho trovato un lago di sangue. Lui era lì tranquillo, con la sega in mano"

La testimonianza della signora Zago, la prima a entrare nell'appartamento dell'orrore. Nelly Pagnussat era appena stata uccisa da Riccardo Torta nella sua casa in centro a Mestre

Il sangue, i sacchi a terra. E una quiete irreale, in netta contrapposizione con quanto si è appena consumato in quella casa. Ciò a cui assiste la signora Zago entrando nell'appartamento del delitto è uno scenario mostruoso, frutto della follia di un uomo che però, ora, appare tranquillo. Nessun cenno di agitazione, a guardarlo potrebbe anche non essere successo nulla. Non fosse per la sega insanguinata e il martello che tiene in mano.

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È dalle 18 che la signora Zago, 83 anni, ha un brutto presentimento. Abita nello stesso condominio di Nelly Pagnussat, 78 anni, in via Ca' Venier, a due passi da piazza Ferretto. Ogni giorno, a quell'ora, Nelly scende un piano di scale e si reca nel suo appartamento per recitare il rosario insieme. Un rito che va avanti da anni. Ma venerdì, stranamente, l'anziana non si presenta. Passano circa due ore e si fa viva una delle figlie di Nelly: telefona alla vicina, preoccupata perché non riesce a contattare la madre, chiede di lei. A quel punto la signora Zago sale al piano di sopra e bussa ripetutamente alla porta: inutile, dall'interno non arriva alcuna risposta. Però si sentono dei rumori, tanto che l'anziana vicina si convince che possa essere successo qualcosa di brutto. Forse un malore: "Ho pensato che potesse essersi sentita male, che fosse caduta". Pochi minuti e arriva la figlia, che con le chiavi di casa apre finalmente l'uscio.

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Davanti agli occhi delle due donne, l'orrore: "C'era un lago di sangue. E poi dei sacchi, quattro sacchi a terra", racconta la vicina. Entrano nell'appartamento, sulla sinistra si apre l'ingresso al salotto. Dentro c'è Riccardo Torta, ora è calmo. Nonostante abbia appena fatto a pezzi una donna. Lo conoscono, perché è inquilino del quarto piano e perché da anni dà una mano a Nelly: fa le spese per lei, la chiama zia. In mano tiene una sega e un martello. Il dialogo è surreale: "Cos'è successo?", chiede la signora Zago. L'assassino risponde: "Si è sentita male". "Ma allora perché non hai risposto prima, quando bussavo?". La risposta non cambia: "La signora si è sentita male".

Intanto qualcuno chiama la polizia. L'uomo, sempre tranquillo, si fa largo tra le donne e torna due piani più su, nel suo appartamento, dove resterà barricato per ore. Fino a quando gli agenti lo convinceranno a consegnarsi senza opporre resistenza, dopo le 22. La figlia di Nelly ha un mancamento, più tardi sarà portata al pronto soccorso. Il ritratto dell'assassino contrasta in modo netto con ciò che è avvenuto: "Era una persona molto gentile - racconta la vicina - Aiutava spesso la signora, erano in confidenza. Per questo la chiamava zia". Anche altri residenti della zona confermano che mai si sarebbero aspettati qualcosa del genere. Lo vedevano spesso girare in bici, mostrava sì qualche comportamento "particolare", ma niente di più di molti altri. Il giorno dopo gli appartamenti sono sequestrati, alcuni curiosi si fermano davanti alla palazzina. Nel centro di Mestre sono tutti sbigottiti. Appena due settimane fa un altro delitto, quello di cui è rimasta vittima Francesca Vianello, un altro caso in cui la follia è entrata tragicamente in gioco.

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