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«Una scuola che non ci rispecchia più». Verso la mobilitazione e il corteo di venerdì

Studenti e studentesse: «Stop Pcto, la formazione non è scuola di precariato». Proteste e manifestazioni in tutta Italia dopo la morte di un altro studente durante l'alternanza scuola-lavoro

La manifestazione ufficiale è prevista per venerdì alle 9, quando gli studenti e le studentesse saranno in piazzale Cialdini a Mestre per formare un corteo in memoria dei giovani che hanno perso la vita mentre svolgevano l'alternanza scuola-lavoro. Già oggi il movimento "Scuole in Lotta Venezia Mestre" ha deciso di far partire un segnale da viale Ancona, sede dell'Ufficio scolastico, con un presidio davanti all'ingresso.

«Non accetteremo più incontri inutili come quello che abbiamo avuto il 28 gennaio all'Ufficio scolastico regionale. Andremo a far sentire la nostra voce a chi ha diretta responsabilità per questa situazione, e per la morte dei due studenti. Non accettiamo più il silenzio delle stituzioni», affermano. Assemblee e mobiltazioni sono attese in tutta Italia venerdì. «Porteremo in piazza i punti che sono emersi dalle discussioni con studenti e studentesse nell’assemblea nazionale a Roma del 5 e 6 febbraio. Vogliamo l'abolizione del Pcto, ex alternanza scuola-lavoro. Lo studio dovrebbe essere un momento di formazione collettiva non di educazione al precariato, allo sfruttamento e alla morte. Vogliamo l’eliminazione della maturità, dopo due anni di Dad (didattica a distanza), non siamo pronti a sostenere questo esame che porta avanti un modello di valutazione totalmente sbagliato e non tiene conto della crescita che ognuno dovrebbe compiere negli anni delle superiori».

E si muovono per il diritto a manifestare dopo gli scontri di Torino di fine gennaio. «Basta repressione e abusi nei confronti di chi lotta. Vogliamo che la nostra salute mentale venga tutelata, non possiamo vivere in situazioni di stress perenne, messi sotto pressione da un sistema scolastico nel quale l’unica cosa che conta è il voto e la performance, senza tenere conto dei danni psicologici che la pandemia ci ha provocato.
 Davanti a due anni di pandemia e didattica a distanza che ci stanno facendo vivere in una situazione insostenibile, e davanti alla morte di due studenti, due di noi, l’unica preoccupazione del ministero dell'Istruzione è rimettere le prove scritte all’esame di maturità e lavarsi la coscienza con i minuti di silenzio. Per questo, e per un cambio radicale del sistema scolastico scenderemo in piazza venerdì 18».

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