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"D'ora in poi senzatetto e bisognosi non avranno alcun aiuto con i tagli"

Il mondo delle cooperative sociali furioso per l'annunciato taglio ai finanziamenti del commissario Zappalorto: "Stop immediato dei servizi"

"Ogni altra spesa non potrà essere impegnata fino all'approvazione del bilancio 2015, che dovrà essere in equilibrio contabile". Una riga in fondo a una nota di Ca' Farsetti che però rischia di creare un terremoto. Anzi, il sisma è già partito e non è possibile capire fino in fondo quanti danni nelle prossime settimane (se non mesi) potrà causare, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione.

Questo stop ai rifinanziamenti significa anche il blocco a tempo indeterminato dei progetti portati avanti dalle cooperative sociali che agiscono sul territorio di Venezia e di Mestre: "Un sistema che fino a questo momento è funzionato - attacca Vittoria Scarpa della cooperativa Caracol - ma il commissario Zappalorto fa di tutta l'erba un fascio. Sbaglia. Chiediamo un incontro ufficiale con lui, fino a quel momento gran parte delle nostre attività si fermeranno". Per questo motivo venerdì mattina gli operatori di varie realtà dell'assistenzialismo lagunare (oltre alla Caracol c'erano i rappresentanti della cooperativa Gea e quelli del dormitorio "Casa dell'Ospitalità") si sono radunati assieme ad alcuni loro assistiti, compresi alcuni senzatetto molto preoccupati per il loro futuro, davanti a Villa Querini a Mestre, sede dei Servizi Sociali.

In pochi istanti sono spuntati un gazebo e un maxi striscione: "Chi taglia il sociale rende la città meno sicura e più povera", lo slogan. "Perché per noi - continua Vittoria Scarpa - la sicurezza non è a senso unico. Non deve solo essere garantita a chi ha una casa e un lavoro". Nel gruppetto di manifestanti anche alcuni clochard come Mauro, che alla "Casa dell'Ospitalità" grazie ad alcuni lavoretti riusciva anche a guadagnarsi qualche gettone: "Ora non so che cosa potrò fare", racconta. In generale a tremare in questo momento è il "Progetto Senza Dimora" che ormai da dieci anni il Comune manda avanti assieme al settore del privato sociale, con la collaborazione anche di Emergency, Caritas, Croce Verde, Croce Rossa. A questa realtà i bisognosi (cinquecento al mese circa) si rivolgono per poter trovare un luogo dove fare una doccia, o trovare una coperta per superare i rigori dell'inverno. Fino alle più piccole esigenze, come il taglio dei capelli o una telefonata: "In virtù del bilancio si taglia uno degli ultimi presìdi sul territorio - continuano i manifestanti - tra chi aiutiamo ci sono sempre più italiani che magari si vergognano di mostrare la propria indigenza. Da subito sono state sospese le attività del centro diurno, il servizio docce e il 'telefono bianco'".

Quest'ultimo è un servizio nato per fornire coperte ma che negli anni è diventato un punto di riferimento per cittadini e clochard. Insomma, d'ora in poi la vita da senzatetto a Venezia sarà ancora più dura, come più dura sarà la vita degli operatori sociali, che si trovano nel limbo. Senza conoscere quale sarà il proprio destino: "Abbiamo deciso il blocco delle attività per tutelare il nostro lavoro - spiegano i promotori - Non crediamo che il volontariato si debba sostituire a un settore importante del terziario. Questo è un servizio che sarebbe da implementare e non da tagliare, perché il numero delle persone in difficoltà aumenta. E' una vergogna".

Alla "Casa dell'ospitalità", che toglie dalla strada circa 120 uomini e 14 donne, i posti mensa saranno tagliati. Da quaranta si passa a dieci: "Continueremo a fornire un pasto solo a chi non può fare altrimenti, soprattutto gli anziani non autosufficienti", spiegano i rappresentanti della fondaione , i cui soci si riuniranno lunedì prossimo. Dopodiché c'è in cantiere anche un'iniziativa attraverso cui coinvolgere i candidati sindaco. Perché se i finanziamenti non arriveranno a ballare ci sono i posti di lavoro di tre operatori della cooperativa Caracol (che diventano quindici durante i cento giorni dell'emergenza freddo), cinque della cooperativa Gea e quelli di tutti coloro che operano alla Casa dell'Ospitalità, con cui collabora anche l'associazione "Panchina Calda". Venerdì mattina erano tutti in strada, fianco a fianco con coloro che hanno aiutato settimana dopo settimana. Che ora non sanno che fine faranno.

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